Il bluff degli sportelli | E spunta persino la "mini sanatoria" - Live Sicilia

Il bluff degli sportelli | E spunta persino la “mini sanatoria”

La commissione Lavoro dell'Ars approva (col voto contrario dei grillini) una risoluzione che dovrebbe risolvere i problemi di 1800 lavoratori. Ma nel testo ne spuntano 88 in più, assunti nonostante le norme lo vietassero.

PALERMO – Una risoluzione non è per forza una soluzione. Anzi, a volte è un mezzo bluff. Se non una “furbata”. Pochi giorni fa, in commissione Cultura all’Ars si è “brindato” a un tanto atteso documento, approvato da tutti i parlamentari, esclusi quelli del Movimento cinque stelle. Il tema: la collocazione degli ex addetti degli Sportelli multifunzionali. Tutti. E magari, pure qualcuno in più.

Il testo della risoluzione “in ordine alla continuità contrattuale dei lavoratori degli sportelli multifunzionali”, infatti, è stato calibrato, sistemato, rimaneggiato fino all’ultimo. A colpi di “biro”. E ristampato in versioni che mutavano di minuto in minuto. Togli questo, metti quello. E nel “mettere quello”, i parlamentari sono riusciti a far passare la necessità di ammettere ai progetti destinati ai lavoratori anche qualche dipendente di enti di formazione assunto dopo il dicembre del 2008. Quelli, cioè, destinatari di un contratto di assunzione giunto nonostante il blocco sancito dalla Regione.

Com’è possibile? C’è un “nonché” nella risoluzione approvata all’Ars, che apre le porte dei prossimi bandi anche a 88 persone che – stando alla parte più corposa della risoluzione – sarebbero rimasti tagliati fuori. Il documento approvato in commissione, infatti, “impegna il governo della Regione a volere urgentemente porre in essere tutti gli atti necessari ad assicurare la continuità lavorativa e contrattuale, nei confronti dell’intera platea dei lavoratori, mediante l’inserimento degli stessi all’interno dei Servizi per il lavoro, attraverso un coinvolgimento diretto dell’ente strumentale della Regione siciliana, riconducibile all’ente Ciapi di Priolo”. E fin qui, la sostanza è “pochina”. Buone intenzioni, o poco più. Qualcosa cambia nella seconda parte della risoluzione: “La commissione impegna altresì il governo a introdurre e prevedere nei bandi per i servizi per il lavoro, tenuto conto delle particolari esigenze sociali e ambientali del settore di riferimento, misure per la salvaguardia occupazionale attingendo alla platea di operatori esperti nelle politiche attive del lavoro, di cui all’albo ai sensi della legge regionale 24/76 (articoli 4 e 14), nonché – ecco il passaggio ‘a sospresa’ – dei lavoratori, che hanno prestato servizio fino al 30 settembre 2013 con contratto a tempo indeterminato presso gli sportelli multifunzionali a valere dei finanziamenti regionali e/o comunitari, prima di procedere con il reclutamento di nuovo personale”.

I bandi citati dal documento sono quelli che dovrebbero partire insieme all’avvio del cosiddetto sistema “misto” (pubblico/privato) degli uffici del Lavoro. Un sistema col quale la Regione attribuirà attraverso, appunto, avvisi periodici, anche a soggetti esterni il compito di portare avanti le attività legate alle politiche attive del lavoro. Ecco, stando alla risoluzione, quei soggetti dovranno scegliere, in qualità di dipendenti, i lavoratori indicati dalla Regione. Ma come detto, le categorie indicate sono due. E se è chiara la platea prevista dall’albo stabilito dalla legge del 1976, l’albo degli operatori della Formazione, insomma, più “nebulosa” è l’altra categoria.

Chi sono i lavoratori che hanno “prestato servizio” fino al 2013? E perché includerli? Si tratta, sostanzialmente, di una “mini-sanatoria”. I lavoratori in questione, infatti, sono stati assunti dagli enti che hanno avviato attività di sportello sopo il dicembre del 2008 o che comunque hanno assunto a tempo indeterminato oltre quella data. Si tratterebbe di circa 88 persone, dicevamo. Assunti al di fuori delle regole e “benedetti” non solo dai partiti presenti ma anche dal governo. In commissione, infatti, erano presenti sia l’assessore al Lavoro Bruno che l’assessore alla Formazione Scilabra. Anzi, stando a una delle forze di maggioranza, sarebbe stato – e qui entriamo nel paradosso – proprio il governo a proporre un atto col quale i deputati hanno impegnato lo stesso governo a rispondere.

“Se in Sicilia prevale la ‘politica del fare’ – ha detto infatti il capogruppo dei Drs Giuseppe Picciolo – si raggiungono intese importanti anche tra maggioranza e opposizione. In commissione Lavoro all’Ars su proposta del Pdr veniva approvata anche con i voti delle opposizioni (eccetto i cinquestelle) una mozione che tutela le garanzie occupazionali dei 1800 lavoratori degli sportelli multifunzionali. Un provvedimento molto atteso che mette al riparo dal rischio di fuoriuscita dal mondo del lavoro una platea vasta di cittadini siciliani. Il presidente Pdr della quinta commissione Marcello Greco, infatti, – ha aggiunto Piccolo – è riuscito a far passare una risoluzione proposta anche dagli assessori Scilabra e Bruno che ha trovato l’adesione persino del gruppo ‘lista Musumeci’”. Resta sullo sfondo, però, solo un dubbio: che valore ha una risoluzione di questo tipo? Dal punto di vista politico, data anche la condivisione del governo, molto rilevante. Dal punto di vista pratico, praticamente nullo. Quella spacciata per la “soluzione”, insomma, al momento è poco più che un bluff. E una mezza furbata.


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