03 Settembre 2019, 20:29
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PALERMO – Anche fare crescere gli alberi in Sicilia è difficile e richiede lo scontro con la burocrazia. Un’azienda agricola licatese è stata esclusa dai progetti ammissibili per il rimboschimento finanziati con i fondi europei del Psr, il piano di sviluppo rurale della Regione Sicilia. Il Tar di Palermo ha però annullato l’atto di esclusione del progetto per il rimboschimento di 80 ettari di terra.
Il nuovo impianto di alberi era già cantierabile perché coerente con il piano forestale regionale che aveva avuto l’ok della Commissione per la valutazione ambientale strategica (Vas). Per i burocrati di viale Regione Siciliana, però, sarebbe stata necessaria la Vinca, la valutazione di incidenza ambientale, sul progetto specifico. Su quel territorio infatti ci sarebbero stati progetti per ottanta ettari di bosco e, dato che veniva sperato il limite sotto il quale non c’è bisogno della vinca, senza questa ulteriore valutazione il progetto non era ammissibile. Ma una tale valutazione, come notano i giudici, non è necessaria se c’è la Vas.
Così i giudici hanno riconosciuto la ragione all’impresa, difesa dagli avvocati Girolamo Rubino e Calogero Marino. “Su tale essenziale aspetto della questione – commentano i giudici – (puntualmente considerato nel già citato “studio” del dott. agronomo Riggi Cataldo) nessuna considerazione si rinviene nella nota” di chiarimento dell’assessorato.
Oltretutto, secondo i giudici del tribunale amministrativo, ci sarebbe un errore formale. L’impresa infatti è stata ritenuta ammissibile dal dirigente generale. Poi però un decreto di un dirigente di servizio ha dichiarato il progetto inammissibile contro il provvedimento del superiore. L’atto “di esclusione – fanno così notare i giudici – avrebbe dovuto essere adottato dal medesimo organo”. Due errori, insomma, che hanno messo in discussione l’intero investimento.
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03 Settembre 2019, 20:29