Il caffè "al gianduia" e il cugino ritrovato - Live Sicilia

Il caffè “al gianduia” e il cugino ritrovato

Posteggiatore abusivo e violento
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Certo, ognuno ha il suo stile. Come in ogni lavoro, in ogni mansione, hobby, occupazione. Qualcuno la butta sul tragico: “Cucì, me la fai mettere la pentola?”. Altri, meno cupi o, evidentemente, più sazi, si limitano al “Cucì (e ci risiamo, ndr), me lo fai prendere un caffè?”.
Ecco, si può dire che in Sicilia, il semplice atto del “parcheggiare”  sia il modo migliore per scoprire parentele dimenticate, rimosse, in qualche modo inaspettate. “Cucì”. Sarà…
Sarà pure che in Sicilia si parla una lingua dotata di capacità sintetiche assai superiori alle tanto lodate “lingue di oggi” (leggi inglese) o “lingue di ieri” (il riscoperto latino), ma ciò che segue a quel “riconoscimento parentale” è quanto di più raffinato si possa trovare in giro. La pentola e il caffè sottendono sempre qualcosa di più: “Cucì (non manca mai, ndr) me lo dai un euro che io aggiungerò agli altri euro degli altri giorni in modo da cumulare un reddito sufficiente a mantenere mia moglie e i miei figli? E se non hai intenzione di darmi questo euro, non ritieni sia una spesa maggiore e più noiosa quella di dover riparare o sistemare la carrozzeria della tua macchina?”. Bene, tutto questo ribolle nella pentola, o si scioglie nella tazzina del caffè.
Il siciliano, già. Lingua tanto usuale da essere, forse, motivo di paradossi e spiacevoli incomprensioni. E, anche, di spostamenti graduali ma continui. Sciascia racchiudeva questa capacità del “siciliano” di inglobare tutta la realtà circostante nella metafora della “linea della palma”, in continuo movimento verso Nord.
E pare proprio così. Nel grande come nel piccolo. Nella storia come nella più “spicciola” (è proprio il caso…) quotidianità. Basti chiedere a una giovane coppia che ieri a Palermo, nella centralissima via Scaduto, nell’elegante zona di piazza Unità d’Italia, ha incontrato il solito “cugino”. Ma non ha voluto riconoscerlo come tale. Nonostante lui, originario di Casal Monferrato, provincia di Alessandria, del Nord, insomma, la nostra lingua l’avesse imparata benissimo. “Cucì me lo fai prendere il caffè?”. La coppia quell’euro non ha voluto darglielo. E il “cugino” rifiutato ha pensato bene di “guadagnarsi” un paio di manette con l’accusa di tentata estorsione per aver aggredito i due giovani. Colpevoli, anche loro, in un certo senso, di non aver compreso cosa ci fosse sciolto dentro quel caffè. Nonostante fosse un caffè “corretto” da un cucchiaino di gianduia.


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