09 Ottobre 2009, 11:46
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Gaetano D’Agostino, il calciatore palermitano stella dell’Udinese, era destinato a vestire la maglia del Milan. Il padre, Giuseppe, era anche riuscito a fargli ottenere un provino ufficiale nella squadra rossanera. Ma le stesse amicizie che lo avevano portato a raggiungere questo traguardo, alla fine, gliel’hanno fatto perdere. Il giorno stesso del provino, dopo aver visto il figlio brillare nei campi di Linate, Giuseppe D’Agostino è stato arrestato: era in compagnia di Giuseppe e Filippo Graviano, boss stragisti a capo del mandamento di Brancaccio, a Palermo. E il Milan, per “motivi d’opportunità”, decise di non prenderlo.
Il retroscena sulla carriera di Gaetano D’Agostino – che è riuscito comunque a diventare un calciatore professionista di successo tanto da interessare anche il Real Madrid e la Juventus – è venuto fuori stamane in un’aula della corte d’Appello di Palermo, durante la requisitoria del pg Nino Gatto al processo a Marcello Dell’Utri per concorso esterno in associazione mafiosa. Secondo la ricostruzione dell’accusa a far giungere il giovanissimo Gaetano D’Agostino a Milano erano stati i fratelli Graviano che avevano interessato Marcello Dell’Utri, ai tempi consigliere della società rossonera.
I tecnici delle giovanili del Milan, chiamati a deporre nell’arco del processo, ricordavano il giovane talento palermitano. Lo seguivano fin dal 1992, quando aveva appena dieci anni. E due anni dopo, nel gennaio del 1994, viene ufficialmente invitato a fare un provino nella società milanese. I tecnici hanno confermato che a caldeggiare la prova del giocatore era stato Dell’Utri, “lui lo conosceva meglio”. Nell’agenda del senatore del Pdl sono stati trovati riferimenti all’interesse per il giovane calciatore.
Sul valore del giocatore erano tutti d’accordo ma il regolamento federale impone che per contrattualizzare giocatori così piccoli, la famiglia deve risiedere nello stesso comune o, in ogni caso, doveva aver già conseguito la licenza media. Per questa ragione – sempre secondo l’accusa – Giuseppe D’Agostino si dava da fare anche per trovarsi un lavoro e lo domandava ai fratelli Graviano, approfittando del fatto di aver dato ospitalità per un periodo ai latitanti. Loro lo avrebbero assicurato che tramite “la Standa” avrebbero gli trovato un lavoro.
Tutto, però, si è interrotto la stessa sera del provino. Giuseppe D’Agostino viene arrestato con i fratelli Graviano e il giovane Gaetano, aveva 12 anni, ha ricominciato la sua scalata alla serie A dal fondo.
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09 Ottobre 2009, 11:46