05 Marzo 2022, 12:54
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CATANIA – “Questo lavoro è una missione”. Savino Borraccino, il nuovo direttore di Anestesia e Rianimazione del Cannizzaro di Catania, ne è convinto. Non ci sono mezze misure. Non ci sono orari. E un mestiere che crede nella scienza, ma che si arricchisce di “fede, senso di speranza e amore”. Assistere i pazienti ricoverati in Terapia Intensiva e al Trauma Center significa avere un contatto diretto “con il dolore”. “Il nostro compito non finisce solo con la cura del malato ma c’è anche il contatto con i parenti. Dobbiamo essere capaci di trasmettere fiducia”, dice Borraccino. Non è un medico di molte parole, ma le emozioni trapelano a ogni sillaba.
“L’amore per il paziente”. È questo che il mantra che ha mosso il percorso professionale di Savino Borraccino. Una carriera che dall’ospedale Garibaldi lo ha portato al Cannizzaro. Anche se il suo è un ritorno a casa. Nel 2004, infatti, ha prestato servizio proprio qui. “L’Anestesia e Rianimazione del Cannizzaro è un servizio particolarmente complesso, impegnato a ciclo continuo, con un carico considerevole rispetto al quale nessuno si tira mai indietro”, spiega Borraccino. “Ho la fortuna di lavorare con un team, composto da medici e infermieri di altissima preparazione e professionalità, che non guarda mai l’orologio. E non vanno via fin quando non hanno completato quello che era il loro compito del giorno”. “Io faccio squadra”. Sin dal primo giorno, un mese fa, il primario ha deciso di indirizzare la cura e l’organizzazione al confronto e alla simbiosi.
Il suo nuovo incarico arriva in un momento delicato (e storico) in virtù dell’emergenza sanitaria. Al Cannizzaro ci sono sei posti dedicati al Covid e ancora sono quasi tutti occupati. Borraccino è cauto: “I flussi sono minori, ma ancora i numeri sono alti. Ci aspetta un periodo di convivenza con il coronavirus. Sicuramente abbiamo pagato le scelte dei no vax, ma oggi siamo arrivati al 90% di immunizzazione e questo è un dato sicuramente rassicurante per il futuro. Ma è ancora troppo presto per dire che abbiamo superato l’emergenza”.
Borraccino è consapevole delle difficoltà che la pandemia ha portato nel sistema sanità “a livello globale”. Ma con il passare del tempo la macchina si è oleata e si sta riuscendo ad assicurare cura e assistenza anche ai ‘no covid’. “Io vorrei mandare un messaggio preciso, molti parlano di malasanità, ma la Sicilia invece ha una sanità di qualità e d’eccellenza. Le migrazioni fuori dall’isola considerando le strutture e le professionalità che abbiamo in Sicilia secondo me sono folli”, commenta.
Non c’è solo dare in questa professione. Anzi. “Ogni giorno noi riceviamo importanti lezioni di vita dai parenti. Che comprendono la nostra missione e ci dicono grazie anche per il solo fatto di aver alleviato le sofferenze dei loro cari”, conclude. Non ha ancora finito di salutare, che il direttore è già pronto a tornare in corsia e indossare il camice bianco. Anche se quel camice è diventata la sua seconda pelle.
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05 Marzo 2022, 12:54