22 Giugno 2010, 15:50
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Chissà se le sirene hanno età, se nei mari di Colapesce – che sono quelli di Messina, dello Stretto- il loro sesso si schiude come un’ostrica trovata da un pescatore di trentatre anni che la porta in giro per la costa come Humbert portava la sua Lolita in giro per l’America: il suo amore, la sua malattia di ragazzo non cresciuto e innamorato di una bambina oramai scomparsa come i desideri degli adolescenti.
No, non serve dire che non può esserci amore tra una tredicenne di Messina, una bambina scopertasi donna in una stanza magari d’albergo spacciata per la figlia alta quanto il padre, e un uomo che a quell’età può e deve amare una sirena di tredici anni ma solo con le mani di chi prepara il volo, di chi rivede l’effige della madre e i primi turbamenti sani da ragazzi.«Complimenti signore, sua figlia è alta più di lei.. tra qualche anno la raggiungerà» e magari così facendo si sono nascosti fino a quando hanno potuto vale a dire fino a febbraio, quando il corpo di quella sirena voleva uscire dal mare e sedersi in riva perché si stava appesantendo per galleggiare come prima e farsi ammirare dagli sbarbatelli ancora senza peli ma con qualche spiga di virilità sul viso.
E anche i giochi hanno bisogno per lo meno di giocatori dalla stessa età, anche quelli che rubano il fuoco ai grandi, perché anche l’errore tra due adolescenti che si eguagliano negli anni,nell’audacia è un esercizio imparato in fretta e per quanto si porti dietro la scia della diceria, è pur sempre la “frittata” fatta in passato dai nonni, dagli zii: l’anacronistica fuitina, con tutte le difficoltà famiglia, nipoti e dopo anni benedetta dal perdono dei genitori.La “fuitina” anche se oggi passata di moda per ragioni storiche, e ormai quasi regola appannaggio dei genitori che si separano, era la prova di forza contro la famiglia, la “piazza” dei poveri, il basilico di Lisabetta da Messina contro i veti dei padri, dei fratelli che erano più vicini all’Islam, almeno nella cultura contadina, che a Monica Vitti, più al matrimonio contratto che sentimento.
Ma tredici anni anche se sbocciati in fretta sono ancora l’età di chi non ha finito le medie che anche senza il test INVALSI sono le scuole che presentano la platea della vita.
«Dove mi porti, oggi Antonio..» avrà chiesto, e lui l’ha portata a San Giorgio di Gioiosa Marea, magari a Palermo e lei si sarà sentita come quella che domani avrebbe raccontato il mondo ai suoi compagni rimasti alla doccia fatta dalla mamma. Lei no, questa sirena si è seduta nel sedile dei grandi, sa adesso come si fa a sbarrare gli occhi di un uomo, tiene il suo portafogli e conosce pure il pin delle carte di credito come quelle donne che possono guardare le vetrine e sanno come fare a comprare.Eppure questa bambola, non aveva bisogno di preziosi e si vede che non conosce i segreti dei mari, e dei minerali, perché se li avesse conosciuti avrebbe saputo che le ametiste sono scintille segrete che stanno riposte dentro e si aprono per farsi ammirare da tutti e non dai tombaroli d’amore.
Anche se questo Antonio l’amasse di un amore tutto suo come quello dei personaggi di Garcia Marquez che vogliono succhiare la giovinezza per non morire, il suo amore sarebbe come i banchi di scuola dove siedono in estate gli scrutatori: piccoli per le sue gambe, le mani goffe di chi stringe un astuccio di colori rubate in un asilo. Non serve fermarlo, adesso, perché i reati reiterati diventano complicità delle vittime.
Il suo reato sta conficcato in quel seme piantato come un capriccio, come lo zucchero filato che l’adolescenza non rifiuta. Cosa sarà questo bambino che la sirena porta in grembo se non l’incubatrice di se stesso? Le sirene sono donne mancate, il miraggio dei pescatori dopo giornate di mare nero, pure questa tredicenne che s’illudeva di crescere in fretta…
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22 Giugno 2010, 15:50