Il caos della discarica di Melilli | Blitz delle Iene alla Regione

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15 Ottobre 2018, 17:48

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MELILLI (SIRACUSA) – Il caos rifiuti in Sicilia nel mirino de ‘Le Iene’. Nella puntata andata in onda ieri 14 ottobre su Italia Uno, il programma televisivo ha affrontato la situazione della società Cisma Ambiente Spa di Melilli che gestisce la discarica che tratta i rifiuti del polo petrolchimico di Siracusa.

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Nel marzo dell’anno scorso, l’impianto è stato sequestrato per un ampliamento ritenuto irregolare, racconta l’inviato del programma Mediset, Filippo Roma. Alla guida della Cisma, il giudice ha nominato gli amministratori giudiziari Luciano Modica e Francesco Carpinato. Perché possa tornare pienamente operativa, alla discarica serve il duplice benestare di due assessorati della Regione Siciliana, all’Ambiente e all’Energia, che però non si sarebbero mai pronunciati. Una situazione che starebbe portando gli amministratori della Cisma, al momento inattiva e in perdita, ad attingere alle casse della discarica stessa per pagare gli 80 dipendenti a rischio di un inevitabile licenziamento.

Modica parla anche di un milione 600 mila euro già stanziati per interventi di smaltimento del percolato prodotto, in assenza dei quali la discarica si trasformerebbe in una bomba ecologica. L’impianto, infatti, come tutte le discariche analoghe, si presenta come un’enorme vasca sul cui fondo è predisposto un rivestimento protettivo, dove vengono convogliati i rifiuti già trattati chimicamente; se la vasca non viene coperta, le piogge favoriscono la formazione del percolato, liquido tossico che può anche arrivare a riempire per intero la vasca e quindi contaminare le falde acquifere di abitazioni, campi e allevamenti. Il nodo sta nella copertura del buco, che va operata servendosi di rifiuti, o di terra ma a costi elevatissimi.

Al silenzio della Regione Siciliana, gli amministratori hanno risposto con l’ultima carta giocabile: il ricorso al Tar. Raggiunto da Le Iene in assessorato, l’assessore all’Ambiente Salvatore Cordaro ha tagliato corto: “Quello che io dovevo fare, e che questo dipartimento doveva fare, è stato fatto”. Il Tar però, viene affermato nel corso del servizio, ha invece accolto il ricorso degli amministratori giudiziari di Cisma dichiarando “l’illegittimità del silenzio” dell’amministrazione, e ordinando a tutti gli apparati coinvolti di rispondere alle istanze del ricorrente “entro il termine di sessanta giorni” dalla comunicazione della sentenza. Incalzato dalla iena, l’assessore all’Energia Alberto Pierobon ha commentato la condanna del Tar con delle domande a cui lui stesso risponde: “C’è stato un silenzio? Sì. C’è stato un inadempimento? Si. L’inadempimento è foriero di danno? Sì. Pagherà qualcuno? Si”. Qualcuno pagherà, ma non è chiaro chi debba essere, dal momento che Cordaro ritiene conclusa la propria parte e Pierobon afferma di essere venuto a conoscenza del problema soltanto lo scorso agosto.

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15 Ottobre 2018, 17:48

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