30 Gennaio 2013, 20:30
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PALERMO – E’ stato condannato dalla Corte dei Conti a risarcire 26 milioni di euro alla Provincia di Palermo per il caso Ibs Forex, e in più è indagato per corruzione dalla Procura del capoluogo siciliano. Eppure Antonino Caruso, ex direttore generale di Palazzo Comitini, è stato nominato a dicembre a capo della direzione Patrimonio, demanio e provveditorato di via Maqueda.
Una decisione, quella del presidente Giovanni Avanti, che non ha mancato di far discutere, soprattutto sull’opportunità di piazzare in una direzione dai compiti tanto delicati un burocrate che vanta una condanna tanto pesante. Nomina che, determinazione alla mano, datata 20 dicembre 2012, viene motivata con la “competenza professionale” e la necessità di una rotazione “quale criterio di trasparenza”.
Il tutto frutto di una riorganizzazione degli uffici di Palazzo Comitini, varata alla fine dello scorso anno, che però non aveva mancato di generare polemiche. “Nella riorganizzazione rimangono scoperti, oltre all’incarico di coordinatore dell’area economico patrimoniale, ben otto settori dirigenziali”, tuonava all’epoca il capogruppo del Pd Gaetano Lapunzina. La direzione affidata a Caruso, fino a quel momento responsabile delle Opere pubbliche in campo ambientale, non era quindi l’unica libera e assegnabile al burocrate, a cui manca peraltro anche il capo area, caso unico al momento in Provincia.
“Chi mi conosce sa che ho una carriera trentennale limpida e a servizio delle amministrazioni in cui ho prestato servizio – replica Caruso – che poi sia stato vittima di raggiri legati a una vicenda nota che mi ha visto come parte lesa è un altro discorso. Sono sempre stato corretto”. Caruso nega di percepire indennità aggiuntive e sull’opportunità della sua nomina aggiunge: “È un incarico come un altro, sono stato tanto tempo al Patrimonio e in tutti i miei incarichi ho sempre dimostrato un notevole attaccamento. Certo, la mia vicenda mi ha riempito di amarezza, ma è facile giudicare a posteriori la bontà delle scelte, bisogna tenere presente il momento in cui le si prendono. Un po’ come quando, a posteriori, si è puntato il dito contro chi ha affidato i suoi soldi a Parmalat. L’accusa di corruzione? C’è solo un’istruttoria e comunque sul risarcimento farò ricorso, gridando la mia buona fede e la bontà delle mie scelte”.
Ma a difendere la nomina è lo stesso Avanti: “Caruso non ha ricevuto alcun provvedimento che ne limiti l’attività lavorativa – dice a Livesicilia il presidente della Provincia – è un dirigente dell’amministrazione a pieno titolo. Ho avuto alcuni pensionamenti, non ho potuto rinnovare altri dirigenti e non posso assumerne di nuovi, ma intanto l’ente continua a pagare Caruso e quindi non può permettersi di non farlo lavorare. Domani qualcuno potrebbe dirmi che se lo pago e non gli faccio fare niente, provoco un danno. Inoltre quella del Patrimonio è una direzione che gestisce i fitti passivi e attivi con una continua attività di monitoraggio. Licenziarlo? Al momento sarebbe un abuso, sul piano penale non c’è nulla e io non posso sostituirmi ai giudici”.
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30 Gennaio 2013, 20:30