28 Novembre 2009, 09:48
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Ciò che sta succedendo al presidente del Senato, Renato Schifani, in queste ore è incredibile.
Una serie di attacchi alla persona che lasciano amareggiati e stupiti: accuse per altro basate sul nulla più assoluto.
Iniziamo col giornalista Marco Lillo che, su “Il Fatto Quotidiano”, abbozza un articolo dallo stile travagliesco in cui presume, insinua e maldestramente accusa l’Avvocato Schifani di chissà cosa. Tutto ciò amplificato dall’atteggiamento inqualificabile del dott. Flore d’Arcais, direttore di Micromega, il quale addirittura dichiara di non poter stringere la mano al Presidente Schifani e dichiarando nella stessa sede che l’articolo di Lillo sarebbe da Pulitzer.
Giova dunque ricordare che:
1) Prima di poter esercitare la professione forense occorre effettuare un giuramento che suona, se non ricordo male (visto che sono passati parecchi anni), così: “consapevole della alta dignità della professione forense giuro di adempiere ai doveri ad essa inerenti ed ai compiti che la legge mi affida con lealtà, onore e diligenza ai fini della giustizia” e quindi tutto ciò che un Avvocato elabora è nell’interesse della giustizia;
2) Esiste un articolo, il 24 della Costituzione, che prevede il diritto alla difesa di tutti i cittadini senza distinzione alcuna, ma sempre secondo le leggi dello Stato;
3) Anche solo insinuare che ci possano essere coinvolgimenti extraprofessionali tra Avvocato e cliente è deprecabile e moralmente censurabile;
4) Mi domando se il tanto zelante Lillo nel suo articolo abbia accertato che i personaggi coinvolti erano già quei loschi figuri che egli dipinge, e che tutto fosse certificato da qualche sentenza;
5) Rilevo la strana scelta temporale: si tratta di episodi di quasi 20 anni fa e li si tira fuori adesso;
6) Sto ancora aspettando che il suddetto Lillo insieme a Flores d’Arcais, che sottoscrive, ci sottoponga eventuali profili di responsabilità civili o penali che lui da giurista (?) ha scovato e che invece la magistratura non si è neanche lontanamente sognata di andare a cercare.
A questo inaudito attacco personale alla seconda carica istituzionale dello Stato si aggiungono le propalazioni del collaborante Spatuzza che, con una memoria d’acciaio, ricorda episodi di quasi 20 anni fa. Episodi che vedrebbero protagonisti soggetti, come l’Avvocato Schifani, che ai tempi era un Avvocato come ce ne sono migliaia, come potrei essere anch’io oggi.
La diffamazione che Spatuzza fa del Presidente Schifani sarà oggetto di apposito procedimento penale visto che il Presidente ha annunciato una querela nei confronti del pentito.
In questa strana Italia si dà credito ad un signore che fino a poco tempo prima faceva del crimine la sua ragione di vita e poi, chissà come, folgorato sulla via di Damasco, capisce che fare il collaborante e chiacchierare con alcuni magistrati può essere più redditizio.
È giunto il momento di dire basta alla “legislatura dei pentiti”, questi si possono permettere di accusare chiunque, salvo poi essere smentiti come dimostrano numerosissimi casi giudiziari risolti a favore di chi era stato accusato.
Occorre un “comitato di gestione” dei collaboranti per regolamentare tutta la materia che assume oggigiorno carattere di rilevanza nazionale.
Il Presidente del Senato si è sempre distinto per la sua politica efficace e caparbia nella lotta alla criminalità e – siamo certi – non sarà lo Spatuzza di turno a farlo indietreggiare od a scalfire la sua integerrima immagine di uomo dello Stato.
Avv. Michele Pivetti – Presidente del Club della Libertà di Palermo
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28 Novembre 2009, 09:48