06 Giugno 2021, 17:46
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CATANIA. Fosse solo una questione di iscrizione, che resta comunque la prima spada di Damocle lungo il calvario calcistico di questa ennesima estate turbolenta, ce ne faremmo una ragione.
Fosse solo una questione “tecnica”, termine assai improprio in verità, tra dirigenza, Comune di Mascalucia e Agenzia delle Entrate, ci si potrebbe anche lasciare andare ad un più che cauto ottimismo. Pur parlando di una esposizione debitoria non certo irrilevante.
Nel mezzo del guado, c’è invece la questione più importante: la solidità e la liquidità di un gruppo, la Sigi, che lo scorso anno ha salvato il Club (e la matricola) dal tracollo.
“Non è un momento semplice, ancora una volta, per la vita del Calcio Catania – spiega Attilio Scuderi, direttore di Catanista, testata giornalistica che con professionalità e indiscrezioni continue racconta da anni le vicende del Calcio Catania -. Ieri, l’ennesimo incontro per Sigi ma nessuna certezza. Nessuna volontà unanime legata alla ricapitalizzazione, mentre le promesse di Ferraù sono sul tavolo della pubblica piazza, ormai a breve sapremo compreso il responso della Covisoc.
Non c’è aria salubre a Torre del Grifo, chi snobba il sequestro conservativo degli ultimi giorni di Calcio Catania Servizi sbaglia.
Il Tribunale alla finestra osserva e vanno avanti i controlli ultimi eseguiti e inerenti a Calcio Catania Servizi. I creditori rimangono lì in agguato, con la speranza che nessuno possa partire innescando l’effetto domino.
Investitori o nuove proprietà? Nulla di concreto – conclude il direttore Scuderi -, compreso l’assoluto immobilismo di Tacopina che ha creato alibi per le firme sulla riduzione del debito proprio quei segnali carte-firme che avrebbero permesso di conoscere le reali intenzioni dell’avvocato americano rispetto alle supposizioni o urlate accuse, di squalo appostato”
L’estate rossoazzurra sarà ancora più indecifrabile, con Luglio mese da temperature altissime”.
“Che la situazione del Catania sia parecchio complicata è un poco come scoprire l’acqua calda – ci dice l’avvocato Giuseppe Rapisarda, autorevolissima voce del foro e delle questioni legate al Calcio Catania -.
Abbiamo tutti posto l’attenzione sui due creditori istituzionali, Comune di Mascalucia, Agenzia delle entrate, le due condizioni poste a suo tempo da Joe Tacopina Tacopina per trasformare in atto pubblico le obbligazioni assunte in preliminare.
Ci sarà tempo, a bocce ferme, di rimeditare su un accordo dai contenuti non definiti, sulla scelta in esclusiva di un solo interlocutore, antitetica al DNA di una società che nasce ad azionariato diffuso, sulla sottovalutazione dei tempi tecnici necessari per addivenire ad intese con soggetti che agiscono sotto la disciplina di diritto pubblico.
Ora non c’è tempo.
Sarebbe servito un manager per attrarre soci o proporre nuove soluzioni di acquisto societario.
Vedo il domani con grande preoccupazione, resa più acuta dalla istanza della curatela della Catania servizi, fatta fallire con troppa fretta a settembre 2020. Non basta l’iscrizione, sarebbe una premessa non è la soluzione. Necessita un robusto piano industriale che preveda investimenti massicci – conclude l’avvocato Rapisarda -. L’unica medicina che salvi il Catania dalle chiacchiere e dai debiti”.
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06 Giugno 2021, 17:46