19 Ottobre 2012, 18:01
2 min di lettura
CATANIA – Il problema è la difesa. O, meglio, il problema è non porsi problemi sulla difesa. Il forfait contemporaneo di Bellusci e Rolin preoccupa. Ma fino ad un certo punto. Spolli smaltito l’infortuno tornerà al centro della difesa assieme a Legrottaglie: e già questo basterebbe ad allontanare sogni agitati. Non fosse altro, però, che in panchina non ci sono sostituti di ruolo. Ecco perché Maran più di un pensierino alla difesa a tre, in verità, l’aveva fatto. Ci ha pensato e ripensato ma appare improbabile che ci si discosterà da un più naturale 4-3-3.
Numeri, schemi e moduli che si azzerano automaticamente dinnanzi ad una sfida che devi giocare essenzialmente nella testa e nelle gambe prima ancora che nelle cifre. Inter-Catania è un primo match-verità del campionato per i rossoazzurri. E’ la partita che aspetti per confermare te stesso e la tua fame di vittoria. “Non siamo degli intrusi” spiegava energicamente ieri Pablo Alvarez commentando il quinto posto in graduatoria. Segnale inequivocabile della grande concentrazione che si respira nello spogliatoio etneo. Gli anticipi del sabato catalogano per forza di cose la sfida di San Siro come l’incontro clou della domenica calcistica: quello di cartello. Ennesima sfida tra nord e sud; tra gauchos della talentuosissima pampa argentina.
Di sicuro sarà Stramaccioni a proporre un 3-5-2 con lì davanti la coppia Milito-Cassano. E Maran risponderà piazzando gli esterni bassi con Alvarez e Marchese e poi affidando le chiavi del centrocampo ad Izco, Lodi ed Almiron. In attacco la linea degli avamposti è già fatta con le conferme di Barrientos, Gomez e Bergessio. C’è attesa ma non c’è ansia. Non c’è l’ossessione del risultato ma tanta voglia di fare bella figura: di imporre il gioco e giocarsela sino all’ultimo. Domenica si ballerà il tango alla scala del calcio: e magari, per una volta, le note saranno ispirate anziché dalle praterie sudamericane dal rosso fuoco dell’Etna.
Pubblicato il
19 Ottobre 2012, 18:01