13 Aprile 2015, 18:30
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CATANIA – È un Catania che sembra vivere sull’onda dei proverbi, quello che sta vivendo un mese da incorniciare. “Non c’è due senza tre” è la prima massima che circola con una certa insistenza nell’ambiente etneo, visto che quella ottenuta nel derby contro il Trapani è la terza vittoria consecutiva per gli uomini guidati da Dario Marcolin, i quali sembrano essere riusciti finalmente a trovare una certa continuità di risultati, affiancata da una condizione atletica in netta ascesa dopo i picchi negativi toccati nei mesi di febbraio e marzo. E poi in casa Catania si può finalmente dire che “c’è sempre una prima volta”, visto che non era mai accaduto in questa stagione che i rossoazzurri ottenessero un tris di vittorie consecutive. L’ultima volta che è accaduto un evento del genere risale alle ultime tre giornate dello scorso campionato di serie A, quando gli etnei sconfissero nell’ordine Roma, Bologna e Atalanta, con il successo ottenuto al “Dall’Ara” che non evitò la matematica retrocessione in cadetteria.
E se il Catania è riuscito a ottenere questi tre successi, molto si deve al lavoro, fin qui ottimo, svolto da Massimo Neri. Il preparatore atletico contattato e ingaggato dal binomio Pulvirenti-Cosentino un mese e mezzo fa per far fronte a una situazione a dir poco pessima sul fronte del lavoro settimanale. Il programma stilato da Ventrone aveva reso i giocatori rossoazzurri a dir poco fiacchi e privi di energie, mentre gli ultimi risultati positivi della banda-Marcolin si basano soprattutto sulla capacità dei giocatori di tenere un ritmo abbastanza alto per quasi tutti i 90 minuti. Non è un caso che l’unica rete subita dal Catania nelle ultime tre giornate, ovvero il rigore trasformato dall’ex Terlizzi nel derby, sia arrivata per un episodio isolato, ovvero un fallo di mano giunto al termine di un’azione nata da un calcio piazzato. Raramente gli etnei hanno sofferto sul piano atletico contro Avellino, Varese e Trapani, se non nei primi 20-25 contro la formazione di Cosmi, in cui lo schieramento del tutto inedito del centrocampo, con la presenza in contemporanea di Rosina e Castro, rendeva la formazione rossoazzurra troppo scoperta e vittima dell’ottimo palleggio imbastito da giocatori come Scozzarella, Falco, Ciaramitaro e Barillà.
E poi c’è il fattore-Castro, decisivo nel secondo tempo del derby così com’era accaduto anche a Varese, quando l’argentino è riuscito a prendersi tutta la scena, nel giorno dell’assenza per squalifica di Ale Rosina. La sfida contro il Trapani ha anche dimostrato che i due fantasisti possono coesistere tranquillamente, pur contemplando la contemporanea presenza in campo di Manierò e Calaiò, e al tempo stesso senza sbilanciare troppo la squadra in fase di non possesso, visto che l’ex senese, al pari del “Pata”, ha dimostrato di poter reggere anche in fase di contenimento in quello che, dal punto di vista tattico, assume i tratti del canonico 4-4-2, con Sciaudone e Rinaudo che hanno costituito la cerniera centrale.
Tutti fattori incoraggianti per un finale di stagione tutto da vivere, e che nell’immediato futuro prevede per il Catania altre due sfide cruciali per l’esito finale del campionato. Sabato gli uomini di Marcolin saranno di scena a Latina, mentre sette giorni dopo ci sarà la sfida interna contro la Ternana: due veri e propri scontri diretti per provare a mettere al sicuro una salvezza, che fino a metà marzo sembrava difficilmente raggiungibile, se non attraverso i pericolosissimi playout.
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13 Aprile 2015, 18:30