13 Aprile 2015, 10:49
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PALERMO – “Inoltrerò formale protesta al premier Renzi per le dichiarazioni fatte da un esperto: prima di parlare è opportuno riflettere e magari studiare le vicende”. Cosi all’ANSA il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, torna sulla polemica con Erasmo D’Angelis, il coordinatore della struttura di missione di Palazzo Chigi, #italiasicura contro il dissesto idrogeologico, che ieri aveva criticato Anas e Regione per non aver utilizzato i fondi per la messa in sicurezza dell’autostrada A19 dove si è verificato il crollo di un pilone di un ponte, con la Sicilia che ora è spezzata in due.
Crocetta ieri aveva parlato di “scaricabarile” e oggi torna all’attacco: “Il mio governo non c’entra un fico secco col cedimento del pilone. Invece di fare chiacchiere e di togliere soldi alle Regioni, Roma ci dia i fondi”. E aggiunge: “Io non ho trovato nemmeno un centesimo quando mi sono insediato l’8 dicembre del 2012 – spiega -. I primi fondi li abbiamo ricevuti alla fine dell’anno scorso, una settantina di milioni quando ci vorrebbero almeno 2 miliardi per il dissesto idrogeologico ma questo non preoccupa qualche solone di Roma”.
“Basta con questi attacchi alla Sicilia – prosegue – sono diventati intollerabili e inaccettabili. Il pilone non cede per problemi alla struttura o uso di cemento depotenziato, ma per una massa di 4 milioni di metri cubi di terra staccatasi dalla montagna e precipitata fino all’autostrada. Naturalmente è colpa della Regione, anzi del mio governo, c’è un qualunquismo sistematico che caratterizza ormai qualsiasi cosa, dalla vicenda del bilancio regionale a quella sui problemi strutturali”.
Crocetta aggiunge: “Da parte di rappresentanti delle istituzioni si ignora che non solo lo Stato ma anche le Regioni ereditano problemi del passato. E si ignora persino che l’Ue vieta di intervenire sulle autostrade con i fondi strutturali, scelta avallata dal governo nazionale, lasciando anche l’Anas all’asciutto per cui non si capisce con quali fondi fare gli interventi”. “Ribadisco – conclude – che l’Anas è un ente nazionale, mentre gli altri chiacchierano io nel pomeriggio sarò a Roma per incontrare il presidente Pietro Ciucci per programmare gli interventi da fare perché non si può lasciare la Sicilia spezzata in due. Mi chiedo se anziché l’Anas ci fosse stato di mezzo il Consorzio autostrade siciliane (Cas) Roma che avrebbe fatto? Mandava i caschi blu dell’Onu?”.
“La scelta del governo nazionale di stralciare la realizzazione della Ragusa-Catania dal piano delle infrastrutture strategiche allegato al Def – ancora Crocetta – dimostra con chiarezza che per Roma la Sicilia non rappresenta la priorità. Questo di far pagare tutto ai siciliani che non c’entrano nulla con le nefandezze del passato – aggiunge – non può più continuare”.
“Se l’intenzione di Roma è di commissariare la gestione del dissesto idrogeologico per affidarla a qualche amico di corrente o grand commis di Stato, che non abbiamo dubbi farà in fretta magari garantendo gli affari agli amici degli amici com’è avvenuto per le grandi opere, faccia pure”.
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13 Aprile 2015, 10:49