28 Maggio 2018, 19:31
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PALERMO – E ora, saltato il banco del governo giallo-verde, la prima questione da chiarire per l’immediato futuro è se il centrodestra esiste ancora. E se alle prossime Politiche, che dovrebbero essere vicinissime, la coalizione si presenterà o meno nella stessa conformazione del 4 marzo.
Se pare quasi scontato che Carlo Cottarelli non avrà i numeri in Parlamento, la prospettiva più probabile è quella di elezioni subito dopo il mese di agosto. Matteo Salvini ha subito messo sul chi va là l’alleato: “Se Berlusconi vota il governo Cottarelli addio alleanza”, ha detto il leader leghista per il quale “il lavoro fatto assieme rimane. Vedremo – aggiunge – valuteremo sui progetti, ma vorrei sapere che fa Berlusconi”.
E se in un’intervista di stamattina il forzista Renato Brunetta diceva sì a Cottarelli, oggi il portavoce dei gruppi parlamentari di Forza Italia, Giorgio Mulé, invece chiude all’ipotesi. “Il parlamento attuale dice in maniera chiarissima che il governo di Cottarelli non avrà mai i numeri per avere la maggioranza in parlamento. Forza italia e tutto il centrodestra non darà i voti a un governo tecnico e nemmeno i Cinque stelle”. I berlusconiani, insomma, si preparano al voto. Come conferma la capogruppo al Senato, Annamaria Bernini: “È inevitabile e urgente ridare la parola agli elettori. Gli italiani devono poter tornare al più presto alle urne, sanando con il voto una crisi politica e istituzionale senza precedenti. È evidente quindi che non voteremo un eventuale governo Cottarelli”.
Alla fine è lo stesso Berlusconi a tagliare la testa al toro con una nota: “Per quanto riguarda la fiducia al governo tecnico la nostra posizione non può che esser negativa”. E il Cav parla espressamente di ritorno alla coalizione unita: “Alle prossime elezioni non immagino altra soluzione che quella di una coalizione di centrodestra unita con Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia, destinata sicuramente a prevalere anche per la possibilità di una mia candidatura”.
L’idea di un fronte antipopulista che metta insieme forzisti e Pd, e che avrebbe potuto prendere corpo col tempo se fosse nato il governo giallo-verde, si allontana. E sembra che il centrodestra, dopo gli screzi e le incomprensioni delle ultime settimane, si presenterà compatto. Anche se con un Matteo Salvini in netta posizione di forza. Toccherà a Berlusconi, tornato candidabile, cercare di arginare l’ondata leghista per non avere una coalizione troppo squilibrata. Anche Giorgia Meloni si è detta convinta che “non si debba spaccare l’alleanza con Salvini”. La leader di Fratelli d’Italia auspica “una posizione comune di tutto il centrodestra. Se si vuole che il centrodestra sopravviva mi aspetto che tutti votino contro (al governo Cottarelli, ndr), perché è uno schiaffo in faccia agli italiani”.
Insomma, la prospettiva è quella di un ritorno al centrodestra di tre mesi fa, quello che si era costituito proprio in Sicilia in occasione del così detto “patto dell’arancina”, il tutto a scapito dei grillini, i cui piani sono saltati per la linea oltranzusta di Salvini sul ministero a Savona che ha fatto irrigidire il Presidente della Repubblica. Anche se poco fa Matteo Salvini è rimasto vago in tv sulle prospettive di un’alleanza con i grillini.
E la Sicilia? Ovviamente guarda a Roma. E qualcuno fa sentire la propria voce. Gaetano Armao, ad esempio, difende la scelta di Mattarella e auspica che “si ricomponga il centrodestra ispirato ai valori liberali delle grandi democrazie europee, al rilancio del Mezzogiorno, alla tutela delle libertà, contro la dilagante immigrazione clandestina”. Con Mattarella anche un altro assessore regionale, il centrista Toto Cordaro che invita tutti alla responsabilità. Compatti con Mattarela gli esponenti del Pd siciliano, critici tra gli altri Vincenzo Figuccia e il grillino Giancarlo Cancelleri.
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28 Maggio 2018, 19:31