“Il Cga è entrato a gamba tesa |Ardizzone doveva difendere l’Ars”

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06 Ottobre 2014, 20:05

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La facciamo una chiacchierata sulle elezioni?
“Perché, ci sono state elezioni? C’è stata una passeggiata di qualcuno al mercato”.

A poche ore dal risultato che l’ha tagliato fuori dall’Assemblea regionale, facendo sedere sullo scranno che è stato suo per otto anni il rivale Giuseppe Gennuso, Pippo Gianni è amareggiato. “Quello che è successo – dice – dà la consapevolezza che non esiste alcuna legge”. Gianni ce l’ha soprattutto con una persona: anche se al telefono non lo nomina mai, il suo obiettivo è Giovanni Ardizzone, “il presidente dell’Assemblea che ha lasciato che l’Ars scivolasse sempre più verso il nulla”. Ma è su un tasto, che batte l’ormai ex parlamentare: “La legge non esiste”.

In che senso, mi scusi?
“La legge elettorale del 1951 non prevede elezioni parziali. Il Cga ha deciso di entrare a gamba tesa. Dopo due anni non c’è più il corpo elettorale, non ci sono i partiti. Nessuno ha fatto campagna elettorale”.

Beh, qualcuno sì, evidentemente.
“Sono state elezioni intossicate. Perché tutti sapevano e facevano finta di non sapere”.

L’amarezza è un sentimento comprensibile.
“No, mi creda: non lo dico perché sono arrabbiato. Non mi sono preoccupato di andare a cercare le persone casa per casa, perché mai e poi mai avrei immaginato che si potesse arrivare a una porcheria di questo genere”.

Addirittura una porcheria. A decidere è stato un giudice.
“Né elezioni né sentenze: queste sono porcherie. Porcherie che determinano un precedente. Da adesso in poi qualunque elezione potrà essere impugnata, e chi ha vinto avrà perso”.

E lei? Farà un ricorso adesso?
“Se ci fosse la possibilità di fare un ricorso a Berlino lo farei. Ci sarà un giudice a Berlino. Qua, invece, non mi hanno segnalato l’esistenza di giudici. Le dico una cosa”.

Prego.
“Due anni fa, la sera delle elezioni, avevo fatto una denuncia per un’anomalia in un seggio. Non mi risulta che i componenti siano mai stati interrogati. Invece qui è venuta fuori la storia della fogna, le schede che non si trovano, poi alcune sì e altre no. Insomma, misteri”.

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Cosa farà a questo punto Pippo Gianni?
“Io a questo punto faccio il medico”.

Intende dire che metterà da parte la politica?
“Se qualcuno vuole farmi fare una proposta che reputo interessante io la valuto. Ma faccio il medico. Ho solo un rimpianto”.

Quale?
“Stavo definendo alcune cose per gli sportellisti disoccupati, avevo suggerito al presidente della Regione di contattare l’Eni per fare partire lavori a Priolo e Gela. E poi mi dispiace che non si sia concluso il percorso per il rigassificatore, che la discussione con Lukoil non sia andata in porto. Di tutto il resto, francamente, me ne infischio”.

Se tornasse indietro farebbe qualcosa di diverso? Intendo dire se tornasse all’inizio di questa campagna elettorale.
“Se potessi tornare indietro tratterei male il presidente dell’Ars che aveva il dovere istituzionale di difendere l’Assemblea. Aveva il dovere di difendere la legge, la dignità e l’autorevolezza dell’Assemblea”.

E invece?
“’Spero di non tornare’, avevo detto al presidente dell’Assemblea, perché sapevo che avrei perso contro questa corazzata di risorse economiche. Se fossi tornato gli avrei ricordato ogni giorno che doveva andare via. Non è la politica che fa schifo, ma spesso molti politici sì”.

A proposito di presidenti: ha sentito Crocetta in queste ore?
“No, nessun contatto. Non l’ho sentito”.

Grazie. Buona giornata.
“Buona giornata a lei”.

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06 Ottobre 2014, 20:05

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