Il colonnello Sica si congeda da Catania e lascia una forte impronta

Il colonnello Sica si congeda da Catania: lascia una forte impronta

Il Comandante del Reparto Operativo dei Carabinieri lascia al termine di quattro anni di indagini delicatissime.

CATANIA. Piercarmine Sica lascia Catania. Sono trascorsi quattro anni dal suo arrivo al Comando del Reparto Operativo dei Carabinieri di Catania. Un’umanità profonda. Un intuito investigativo da segugio. Una signorilità rara. Una capacità di tenere le relazioni con i giornalisti di altissimo profilo. Lui rispondeva sempre al telefono. A qualsiasi ora. Anche della notte. E se non poteva richiamava. Anche solo per dirti: “Laura, stiamo lavorando. Non le posso dire nulla”.
Una perla rara. Sica ha coordinato in questo periodo – in piena pandemia Covid – indagini delicatissime mettendo a tappeto i clan più agguerriti di Catania. Dai Santapaola-Ercolano ai Laudani.

I carabinieri guidati dal Colonnello hanno risolto in pochi giorni la guerra armata che si è consumata nel 2020 a Librino. Un conflitto di fuoco tra clan Cappello e Cursoti-Milanesi che ha lasciato sull’asfalto due morti e diversi feriti. L’inchiesta Centauri ha decapitato due cosche pericolosissime e pronte alla vendetta di sangue. Solo gli arresti hanno arrestato l’emorragia.
I militari hanno anche assicurato alla giustizia gli assassini del giovane Enzo Timonieri, ammazzato e sepolto. Un caso di lupara bianca che non si vedeva a Catania da parecchio tempo.
Risolto un cold case di Paternò dopo decenni. La figlia di Pippo Alleruzzo avrebbe pagato con la morte il tradimento al marito. Ma non c’è solo mafia nei brillanti risultati ottenuti dalla ‘governance’ di Piercarmine Sica.

Purtroppo il comandante nel Reparto Operativo ha dovuto condurre inchieste su omicidi efferati e femminicidi (alcuni anche del passato). Il più tragico e drammatico è quello della piccola Elena uccisa dalla mamma.

Sica è innamorato dell’Arma. Della divisa. Sente che essere carabiniere non è una semplice professione, ma una missione. È appartenere ad una famiglia. Un ‘fratello’ lo scorso anno è stato ferito ad Acireale per sedare una rissa. Una pallottola ha cambiato per sempre la vita di Sebastiano Grasso.
Anche questa volta nel giro di pochi giorni i responsabili sono finiti dietro le sbarre. Ci sono tanti momenti – investigativi, professionali e umani – che hanno scandito il cammino catanese del colonnello Sica. Ma la vita di un carabiniere è in perenne viaggio.

La prossima ‘tappa’ del militare napoletano è Livorno. Già sappiamo che anche nella città Toscana da domani porterà la sua impronta. Ma qui, alle falde dell’Etna, mancherà.
Anzi manca già.


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