Il colpo alla Amadori di Casteldaccia | Arrestati tre presunti rapinatori

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27 Maggio 2014, 11:45

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PALERMO – Quella messa in piedi dalla banda era stata l’ennesima rapina violenta nel Palermitano. Il 28 ottobre 2013 fecero irruzione armati di pistole nei locali della ditta “Gesco Gruppo Amadori” di via Pietro Nenni a Casteldaccia e immobilizzarono con del nastro adesivo il personale, seminando il terrore.

Un colpo pianificato in ogni dettaglio, visto che uno di loro avrebbe conosciuto alla perfezione ogni angolo della struttura e sapeva quanto avrebbe potuto fruttare la rapina: Francesco Paolo Coppolino, 35 anni, era già finito in manette a marzo con l’accusa di avere organizzato tutto perché era stato licenziato. Con lui era finito in carcere Roberto Rugnetta, 43 anni, che sarebbe stato uno degli esecutori materiali del colpo ed oggi le manette sono scattate per altri tre presunti componenti della banda che quel giorno scapparono con un bottino di cinquantamila euro, tra soldi contanti ed assegni.

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Si tratta dei palermitani Giuseppe Nicolaci, 31 anni; Giovanni Micalizzi, 25 anni e Giovanni Pumo, 58enne residente a Palermo, ma domiciliato a Castelvetrano: i tre sono accusati di rapina aggravata e sequestro di persona in concorso. In base alla ricostruzione degli investigatori, quel giorno la banda riuscì ad assaltare la ditta di cui era stato dipendente Coppolino, proprio grazie a lui che si recò in azienda con la scusa di portare dei documenti.

Da quel giorno le indagini per individuare i responsabili del colpo non si sono mai fermate e i carabinieri del nucleo operativo di Bagheria, insieme ai colleghi di piazza Verdi e di Castelvetrano hanno notificato in queste ore le tre ordinanze di custodia cautelare, risultato delle indagini coordinate dalla procura di Termini Imerese che grazie alle intercettazioni e alle perquisizioni effettuate nelle abitazioni degli indagati è risalita al coinvolgimento di Nicolacci, Pumo e Micalizzi. Sarebbe stato quest’ultimo a mettere a disposizione della banda un’auto per scappare subito dopo la rapina: in cambio avrebbe ricevuto una parte del bottino, circa mille e cinquecento euro.

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27 Maggio 2014, 11:45

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