Il comune di Palermo rischia il dissesto?| Tra Striscia e la lettera di Cammarata

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28 Febbraio 2012, 15:02

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Sulle condizioni finanziarie del comune di Palermo è in corso una vera e propria guerra di numeri. Da un lato l’ex sindaco di Palermo, Diego Cammarata, declina ogni responsabilità mentre dall’altro, a piazza Pretoria, il commissario Luisa Latella prevede tempi bui per le tasche dei cittadini.

“Il comune di Palermo rischia il dissesto”, dice Stefania Petyx che con il suo bassotto ha bussato alle porte di Palazzo delle Aquile per incontrare proprio la Latella. Nel servizio andato in onda ieri sera su Striscia la notizia (GUARDA IL VIDEO) l’ex prefetto di Vibo Valentia parla di 140 milioni di disavanzo.

Ma la Petyx mostra anche un passaggio della conferenza stampa in cui Cammarata annunciò le proprie dimissioni: “Passo la mano con l’orgoglio – diceva l’ex sindaco – di lasciare i conti in ordine e un bilancio strutturalmente sano”.

Un concetto ribadito ancora oggi sulle pagine di un quotidiano locale, in una lettera al direttore in cui dichiara: “L’ho spiegato in tutte le maniere possibili – scrive Cammarata nella missiva – ma si continuano ad usare termini in libertà. I più abusati sono ‘conti in rosso’, indebitamento, buco, ammanco e possibile dissesto. Niente di tutto questo è lontanamente vicino alla realtà”. Secondo Cammarata, infatti, il bilancio va riequilibrato “non perché la nostra amministrazione ha usato male le risorse disponibili – scrive – ma perché il governo Monti con il decreto ‘Salva Italia’ ha ulteriormente tagliato i trasferimenti ai comuni”.

Cammarata non poteva infatti prevedere la manovra “lacrime e sangue” del premier Mario Monti. Sei milioni di tasse in più sull’Iva; tre milioni in meno stanziati dallo Stato per il Coime; e ancora due milioni in meno di Irpef, dato il numero minor numero di attività “sopravvissute” alla crisi in città; undici milioni in meno da Roma di trasferimenti diretti e infine sette milioni e mezzo in meno dalla Regione. Tagli che l’ex pupillo di Gianfranco Miccichè non poteva prevedere ma che erano in parte annunciati.

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Ma c’è un altro capitolo che pesa sulle casse vuote del comune: quello delle municipalizzate. “Per Amia – si legge ancora nella lettera di Cammarata – ho fatto quanto in mio potere per ripatrimonializzarla e come sa l’organizzazione del lavoro e dei servizi già da due anni non è più nel controllo del comune e neppure indirettamente”. Sulla società infatti si è dovuto intervenire da Roma e l’azienda è sotto la gestione dei commissari liquidatori. La causa? Una cattiva gestione del comune, amministrato da Cammarata fino all’intervento del ministero. Per il 2012 poi non mancano solo undici milioni che la Regione avrebbe dovuto destinare a Palazzo delle Aquile. Lo scorso dicembre, infatti, l’ex sindaco di Palermo stanziava otto milioni per la municipalizzata attraverso una delibera di giunta. Delibera che i tecnici della Latella hanno riscontrato non avere alcuna copertura finanziaria.

E ancora. Mancano 71 milioni nelle casse della Gesip. I 19 milioni stanziati nel 2010 per il bilancio dello scorso anno sono finiti a maggio, come i fondi che la Protezione Civile aveva destinato al rinnovo del contratto di servizio dei lavoratori Gesip che scadrà il prossimo 31 marzo. Terminati anche quelli. Ma per quest’anno nulla era stato riservato alla società nel bilancio che il comune ha approvato nel 2011. Un’amministrazione che all’Amat, infine, deve ancora 140 milioni.

I conti, nel 2011, sono stati però chiusi in parità, senza violare il patto di stabilità. “Ho appena finito di parlare con il Ragioniere generale, ma sopratutto di leggere i numeri. Il comune non è in dissesto”, è il tweet dell’ultim’ora di Doriana Ribaudo, capogruppo del Pid a piazza Pretoria. I conti del comune, infatti, non sono attualmente in rosso. Lo saranno però se il buco di 140 milioni non sarà risanato entro quest’anno.

Sono i bilanci di un comune “sull’orlo di un dissesto”, dunque, per dirla con Fabrizio Ferrandelli: “È vergognoso che Schettino-Cammarata parli di conti in ordine quando sappiamo tutti che se così fosse stato non avrebbe di certo abbandonato la nave. La smetta di parlare almeno per rispetto nei confronti dei palermitani”. “So già che sarà difficile ripristinare i bilanci di un comune sull’orlo del dissesto ma ci impegneremo per ridare dignità al Comune di Palermo, lavorando – ha concluso – per il bene di questa città e dei suoi cittadini” Anche molti consiglieri comunali, però, per paura del dissesto, pensano già di lasciare la nave prima che affondi, prima cioè che la legge li renda ineleggibili.

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28 Febbraio 2012, 15:02

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