22 Aprile 2013, 19:50
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PALERMO – Potrebbe ulteriormente aggravarsi la giá pesante situazione della raccolta dei rifiuti a Palermo. A poche ore dalla dichiarazione di fallimento dell’Amia, infatti, i sindacati dell’ex partecipata sono scesi sul piede di guerra minacciando di incrociare le braccia. “Tutti i sindacati di categoria hanno deciso di avviare le procedure dello sciopero, che attueremo in data da stabilire e che revocheremmo solo e soltanto se entro pochi giorni dovessero intervenire fatti nuovi e concreti – annuncia Massimiliano Giaconia del sindacato Alba -. Orlando incontri al piú presto i curatori fallimentari e ci dica come intende garantire il servizio pubblico e tutti i livelli occupazionali”.
E pensare che nel pomeriggio da Cgil e Cisl erano arrivate dichiarazioni certamente decise sul futuro occupazionale ma piú distensive sui modi della protesta. In particolare, il segretario generale della Cgil Palermo Maurizio Calá e il segretario della Cisl Palermo Trapani Mimmo Milazzo avevano puntato l’attenzione sulle strategie economiche che Palazzo delle Aquile dovrá attuare e sul piano industriale da presentare alla curatela fallimentare piuttosto che sulla linea di condotta assunta dai lavoratori. E invece in serata é arrivato il cambio di rotta che adombra la possibilitá di un vero e proprio braccio di ferro con l’Amministrazione. .
“Del fallimento dell’Amia purtroppo c’è solo da prendere atto. Adesso però l’Amministrazione convinca i curatori fallimentari ad affidarle il servizio di raccolta incontrandoli allo stesso tavolo assieme ai sindacati e al prefetto e presentando loro un serio piano industriale”. Nel marasma delle notizie che si rincorrono dopo il fallimento dell’Amia (e della sua controllata Amia Essemme), il segretario generale della Cgil Palermo, Maurizio Calà, prova a fare ordine immaginando le prossime mosse che Palazzo delle Aquile potrebbe adottare per garantire “i livelli occupazionali e il servizio di igiene ambientale, come più volte lo stesso Orlando si è impegnato a fare”, dice il segretario. E la prima mossa potrebbe essere quella di “richiedere quanto prima alla curatela l’affitto del ramo d’azienda”.
Quasi in contemporanea, da Palazzo Galletti il sindaco di Palermo Leoluca Orlando rispondeva in conferenza stampa dicendosi “in attesa di conoscere la posizione della curatela fallimentare. Provvederemo a fare il nostro dovere pulendo la città e spazzando le strade. Abbiamo appostato in bilancio le risorse necessarie”.
A prescindere da quali e quante siano queste risorse, restano da capire le modalità attraverso le quali il Comune può prendersi in carico la responsabilità del servizio di igiene ambientale, subentrando, di fatto, alle due ex partecipate. Che, comunque, resteranno in esercizio provvisorio fino al 15 giugno. Resta difficile l’ipotesi della requisizione in uso, che in ogni caso sarebbe valida solo per una fase transitoria. Più probabile, e più costosa, quella dell’affitto del ramo d’azienda, ovvero dell’affitto di personale e mezzi. “Mi sembra l’unica ipotesi che possa garantire la qualità del servizio e l’occupazione dei lavoratori – sostiene Calà –. Certo questa decisione dipende soprattutto dai curatori, ma la Giunta deve in qualche mostrarsi capace di gestire direttamente il servizio di nettezza urbana. È questo lo scenario più auspicabile, anche per evitare che la curatela fallimentare si ritrovi a dover fare un mestiere che non è il suo”.
“L’affitto può essere vantaggioso per due ragioni – sottolinea il segretario –: in questo modo Palazzo delle Aquile conoscerebbe meglio i bisogni della città. E poi Orlando ha detto che garantirebbe costi ed erogazione del servizio stesso. Voglio ribadirlo: il sindaco deve tirare fuori un piano industriale nel quale stabilisce in modo chiaro come intende gestire il servizio, dopodiché lo trasmetta alla curatela. Non vorrei che qualcuno si mettesse a fare i conti in modo ragionieristico iniziando a pensare agli esuberi a causa delle perdite finanziarie dell’Amia. Come sindacati intanto ci riuniremo per decidere insieme una linea comune – conclude Calà –. Non credo che in questa fase la lotta paghi. È tempo di sedersi a un tavolo per discutere in modo serio di proposte nitide”.
Sul mantenimento degli attuali livelli occupazionali e sulla garanzia di un efficace servizio di raccolta dei rifiuti insiste con forza anche Mimmo Milazzo, segretario Cisl Palermo Trapani. “Bisogna attivare subito, con urgenza, un tavolo che individui la soluzione più idonea a questi due fondamentali fini – sostiene –. La decisione del Tribunale fallimentare ha determinato un percorso ormai irreversibile: a questo punto il sindaco, il Consiglio comunale e le parti sociali devono lavorare insieme per la riorganizzazione e il riordino dei servizi fondamentali per la città, non possiamo di certo attendere il termine dell’esercizio provvisorio”.
“Abbiamo più volte chiesto non solo un piano industriale per Amia, ma anche un piano di riordino complessivo di tutte le partecipate del Comune”, attacca Milazzo, che individua “nella raccolta differenziata e in una serrata lotta all’evasione fiscale della Tarsu, in modo tale da alleggerire il carico fiscale di chi paga già”, gli altri due strumenti in mano a piazza Pretoria per combattere l’emergenza. “Questa è la sfida per un reale cambiamento – conclude il sindacalista della Cisl –, che si è reso ormai necessario”.
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22 Aprile 2013, 19:50