Il concorso per 377 posti all’Asp| I precari chiedono lo stop al Tar

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04 Giugno 2019, 12:17

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PALERMO – Il concorso per 377 posti tra dirigenti medici e personale del comparto sanitario all’Asp di Palermo rischia lo stop della giustizia amministrativa. Inizia una guerra di carte bollate tra i lavoratori contrattisti e i vertici dell’azienda di via Cusmano e ‘assessorato regionale alla Salute. A renderlo noto la direzione generale dell’Asp che in una nota comunica che, nonostante l’acclarata richiesta di riflessione, sono pervenute da parte di 238 lavoratori contrattisti, due diversi ricorsi al TAR contro l’Azienda e l’Assessorato regionale della salute per l’annullamento, tra l’altro, delle delibere di mobilità e concorso per complessivi 377 posti (in prevalenza Dirigenti medici e comparto sanitario), oltre alla delibera del ‘Piano triennale del fabbisogno del personale 2019/2020’ (n. 430 del 4 aprile 2019).

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“Purtroppo – afferma il Direttore generale dell’Asp di Palermo, Daniela Faraoni – è accaduto quanto temuto e cioè che, pur di garantire la continuità lavorativa nell’attuale posizione funzionale dei lavoratori contrattisti, si arrivi a tentare di bloccare tutte le procedure concorsuali che l’Azienda ha messo in moto per avviare il rinnovamento dell’intera organizzazione. E’ paradossale che si attacchino, in particolare, le procedure di reclutamento per Collaboratori amministrativo, Collaboratore tecnico e Dirigenti amministrativi con la motivazione che ‘tali posti risultano sottratti al fabbisogno del ruolo amministrativo ex delibera 198/2018’. Ricordiamo – prosegue il Direttore generale dell’Asp – che tale delibera fu assunta, in regime di assoluta provvisorietà risultante anche dai verbali sottoscritti dalle Organizzazione Sindacali per evitare il licenziamento dei lavoratori precari in scadenza di contratto. Si manifesta grande dispiacere per il tentativo posto in essere che, comunque, non fermerà il proprio impegno e senso di responsabilità sociale e morale, sia nei confronti delle nuove necessità organizzative aziendali, sia nei confronti di lavoratori da anni cristallizzati in una posizione che, proprio per l’azione posta in essere dagli stessi, determinerebbe l’ulteriore mantenimento nelle condizioni di lavoratori precari. Mi auguro – conclude Daniela Faraoni – che prevalga il buon senso a sostegno degli interessi di tutti”.

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04 Giugno 2019, 12:17

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