Il Conservatorio scrive all’Ars | “Pronti a guidare l’Orchestra”

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07 Febbraio 2019, 15:31

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Il presidente del Conservatorio “A. Scarlatti” di Palermo, Gandolfo Librizzi, ha inviato una lettera al presidente della Regione e dell’Assemblea regionale siciliana, oltre che ai presidenti dei gruppi parlamentari dell’Ars, raccontando che un progetto per un’Orchestra del Mediterraneo c’è già e per proporsi come capofila.

Ecco il testo integrale della lettera:

Egregi Onorevoli,

dalle cronache dell’Ars relative all’approvazione della finanziaria 2019, si legge della proposta di costituire un’Orchestra del Mediterraneo con lo scopo di riunire a Palermo musicisti delle varie città del bacino euro mediterraneo con l’intento di farne uno strumento di pace. Essa sarebbe incardinata presso la Fondazione Federico II.

Tale progetto, encomiabile nelle finalità, è lo stesso progetto per il quale da tre anni, dall’atto del mio insediamento, il Conservatorio “A. Scarlatti – già V. Bellini” di Palermo lavora alacremente con contatti con il MIUR, la Lega dei Paesi Arabi, Israele (che aveva già dato una preadesione) e con uno specifico progetto artistico-musicale e didattico deliberato dai propri organi interni, che punta a promuovere la cooperazione tra istituzioni culturali e dell’Alta Formazione Musicale dell’area del Mediterraneo, convinti come si è che attraverso la musica, potrebbe così essere strutturata, anche e soprattutto nell’ambito della produzione artistica congiunta, in forma stabile o in iniziative periodiche, gli allievi provenienti da tali Paesi, una specie di Erasmus della musica specifico che guardi al bacino Mediterraneo e così lanciare un potente messaggio di comprensione e rafforzamento dei comuni ideali che la musica veicola.

L’idea è semplice e potente allo stesso tempo. Costituire una vera e propria Orchestra del Mediterraneo invitando presso il Conservatorio di Palermo i giovani provenienti dalle Istituzioni dedite all’Alta Formazione Musicale dei Paesi che si affacciano nel Mediterraneo, dal Maghreb al Medioriente all’Europa, per costituire una orchestra interculturale del Mediterraneo e così realizzare, attraverso la musica, un virtuoso quanto potente strumento di comprensione, cooperazione e integrazione culturale.

Convinti che nel tempo in cui viviamo, le diversità culturali, etniche e religiose, sono una straordinaria opportunità, una ricchezza che integra le identità di ognuno e, dentro questo scenario inter e multiculturale, la musica sia un grande attrattore di coesione in quanto consente di esprimersi attraverso un comune linguaggio che travalica, supera e abbatte, ogni incomprensione e incomunicabilità, un’orchestra di tale natura, può essere un potente mezzo di dialogo interculturale, di promozione e rafforzamento della pace perché trae forza non solo dall’incontro di giovani provenienti da tradizioni e storie culturali diverse e origini geografiche differenti, ma anche perché, nell’idea che si vuole attuare, si realizza una stretta collaborazione sul piano più propriamente formativo, didattico e artistico grazie all’esecuzione di partiture appositamente commissionate per il progetto specifico dell’Orchestra del Mediterraneo.

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Ma, per tali ambiziosi progetti, le sole forze del Conservatorio, fin qui non sono bastate e non bastano nonostante si è cercato di dare al progetto un forte impulso.

Ecco ora l’iniziativa legislativa proposta finalizzata a costituire un’Orchestra del Mediterraneo, che negli intenti e nelle finalità è identica a quella per la quale da tre anni lavora il Conservatorio di Palermo.

Mi chiedo e sottopongo alla vostra autorevole e libera valutazione: perché non finalizzare gli sforzi e consentire a un’istituzione pubblica di Alta Formazione Artistica e Musicale qual è il Conservatorio di Palermo (il secondo più antico d’Italia e uno dei più prestigiosi della Nazione), di poter fungere da polo di riferimento per questo comune intento?

Perché, se proprio si ha intenzione di veramente istituire un’Orchestra del Mediterraneo che abbia queste stesse finalità, non darle le radici e la linfa vitale per poter attecchire, configurandola come un’orchestra aperta ai giovani provenienti dal bacino euro mediterraneo e così far diventare la Sicilia con i suoi Conservatori, punto di riferimento culturale e musicale per i tre continenti? Il Conservatorio fungerebbe da capofila di un progetto più ampio e di un riferimento più generale di un patto interistituizonale che la legge nazionale istitutiva dei Conservatori prevede già possa realizzarsi quando, a potenziarne l’offerta formativa, vi concorrano anche altre istituzioni.

Oggi, ora, in questo preciso momento storico-culturale, sarebbe un bell’esempio di buona politica e di grande lungimiranza culturale. Attraverso la musica gettare quei ponti che, da più parti, si vorrebbero abbattere.

Fiducioso mi rimetto alle vostre valutazioni e mi dichiaro disponibile a un approfondimento al fine di pervenire, qualora se ne condivida la proposta, a una soluzione funzionale al raggiungimento dell’obiettivo.

 

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07 Febbraio 2019, 15:31

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