Il Cortile dei Gentili a Catania | Ravasi dialoga con Rovelli - Live Sicilia

Il Cortile dei Gentili a Catania | Ravasi dialoga con Rovelli

“Una grande università laica non teme il confronto”, ha detto Giacomo Pignataro, rettore dell’ateneo catanese.

CATANIA – È una delle eredità del pontificato targato Joseph Ratzinger, il papa teologo. Il Cortile dei gentili ha fatto ieri tappa nella chiesa di San Nicolò l’Arena a piazza Dante. Un momento, o meglio, un luogo d’incontro e dialogo tra i cosiddetti laici e credenti, tra chi è ateo e chi dell’esperienza di Dio ne ha fatto motivo di comunicazione. A confrontarsi c’erano il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del pontificio consiglio della Cultura e motore dell’iniziativa; e il fisico teorico Carlo Rovelli dell’università Aix-Marseille. A smistare il traffico di un evento che poco aveva a che vedere con una disputa dal sapore mediavale, il vaticanista Rai Fabio Zavattaro.

“Una grande università laica non teme il confronto”, ha detto l’ospite di casa Giacomo Pignataro, rettore dell’ateneo catanese. E di fatto si è trattato di uno scambio di battute dall’alto profilo – va da sé –  intellettuale. E non poteva essere altrimenti se il tema da sviluppare è tanto evidente quanto impalpabile, la luce. “Un processo che la scienza può solo raccontare”, spiega il fisico. “Un simbolo conosciuto da tutte le forme religiose”, aggiunge il biblista Ravasi. Si tratta quindi di mettersi d’accordo sul linguaggio. Così, se l’ateismo di Rovelli nasce dall’appunto “di non gradire la bontà di chi vuol piacere a Dio, ma di amare invece chi è buono perché vuole essere buono”; il porporato ambrosiano replica: “Posta così, anche io sono ateo”. E reimposta la questione: “Aveva ragione Davide Hume nel dire che gli errori della scienza sono ridicoli mentre quelli della religione sono pericolosi”. Pace fatta? Forse sì. Almeno per una sera.

Un dibattito suggestivo dunque, all’interno di un Tempio colmo in ogni suo ordine e grado. E per una volta ci hanno pensato i pannelli dell’arredo disposti per l’occasione e le luci posizionate ad hoc a nascondere parte dell’incuria che ammorba la seconda chiesa in ordine di grandezza di Catania e che custodisce l’organo monumentale realizzato da Donato Del Piano e il sacrario dei caduti della prima e seconda Guerra mondiale.


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