Cronaca

Covid, nuovi poveri e solidarietà: operazione pane a Palermo

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09 Dicembre 2020, 05:58

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PALERMO – Dilagante, dal volto nuovo e inimmaginabile prima del Covid: anche a Palermo il nemico sociale da combattere è una nuova povertà, di cui ormai raccontiamo l’evoluzione da diversi mesi e che non accenna a fermarsi. A Palermo uno dei termometri del fenomeno è la mensa francescana del Padre Abraham, che dall’inizio dell’anno ha già garantito 22 mila pasti ai più bisognosi grazie all’iniziativa ‘Operazione pane’ organizzata dall’Antoniano. Gestire le richieste d’aiuto ai tempi del coronavirus non è facile, ma la generosità di chi partecipa alla campagna solidale e la sensibilità di chi opera sul campo stanno riuscendo a strappare un sorriso a chi è nel vortice della crisi.

Lo racconta a Live Sicilia fra’ Michele Fava del Convento della Resurrezione in via Terrasanta, gestito dai frati minori francescani. “La nostra iniziativa principale – spiega – è la mensa su strada: prepariamo dai 140 ai 150 pasti e il martedì sera usciamo a distribuirli con un pulmino. Facciamo un giro che parte dalla stazione centrale e andiamo a trovare i poveri senzatetto, consegnando a ognuno di loro un pasto che cerchiamo sempre di realizzare completo. Ma il nostro impegno riguarda anche i domicili, perché capita sempre più spesso che diverse famiglie abbiano sì una casa ma non possano permettersi certi beni”.

Anche la mensa fa i conti col virus

In periodi di minori restrizioni erano attivi circa quaranta volontari, ma il divieto di assembramenti ha messo tutto in mano ai sette frati del convento. “I volontari ci mancano – dice Fava – ma purtroppo gli spazi ristretti nei quali lavoriamo ci impediscono di coinvolgerli. Speriamo di poterlo rifare presto”.

Un fenomeno che non risparmia nessuno

Le persone in difficoltà sono tante, diverse fra loro e difficilmente riconducibili a un profilo standard. Fra’ Michele conferma che “può capitare veramente di tutto. Riceviamo visite di tanta gente che ha perso il lavoro e chiede aiuto a 360 gradi, dal pacco di pasta alle penne e i quaderni per la scuola dei figli. A noi si rivolgono anche vari professionisti che navigano in brutte acque – sottolinea – e chiedono qualche aiuto per pagare bollette e tasse. Questi casi sono leggermente in diminuzione, ma da marzo a giugno sono arrivate molte persone inaspettate: negozianti, parrucchieri, in generale lavoratori in proprio che hanno capito che senza guadagni sarebbero sopravvissuti un mese al massimo. Magari vergognandosi di bussare alle porte dei familiari si rivolgono a noi frati”.

E non si tratta mai di richieste di denaro, perché “quello non hai la faccia per chiederlo se prima guadagnavi duemila euro al mese. No, queste persone ci portano direttamente i documenti e chiedono se riusciamo ad aiutarli a pagare, senza volere soldi in mano”.

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Michele Fava custodisce segreti e sfoghi delle persone che aiuta, quindi non racconta le loro storie. “Sono situazioni particolari che porto nel cuore ma che poi devo ‘dimenticare’ – si limita a dire – ma un commento che posso fare è che i nuovi poveri sono sempre più soli. Qualcuno che non si ritrova più una casa e dorme in macchina lo serviamo coi nostri pasti, qualcun altro lo ospitiamo in convento quando possiamo”.

Confronto e “circuiti” solidali

A volte si tratta anche di semplice dialogo, che può portare a svolte impreviste: fra’ Michele dice che “la gente ha bisogno di trovare una motivazione per avvicinarsi alla nostra realtà, e una volta trovata arriva anche a mettersi a disposizione facendo volontariato. Chi è più sensibile trova la ‘scusa’ per essere coinvolto e vivere meglio, e si creano bei circuiti: per esempio può venire in convento qualcuno che ha bisogno di un paio di scarpe e magari non riusciamo ad aiutarlo, perché chiede una misura che non abbiamo a disposizione, ma poco dopo ci può capitare qualcuno che viene a lasciare un’offerta. E a quel punto, nel giro di qualche ora, ecco le scarpe”.

‘Operazione pane’, l’appello

Fava non perde occasione per ringraziare i donatori che partecipano all’iniziativa ‘Operazione pane’, e per lanciare un appello a chi ancora non la conosce: “Si può mandare un sms al numero di telefono 45588 e contribuire al sostegno di quattordici mense in tutta Italia. Per noi è fondamentale, se riusciamo a permetterci tutte queste attività economiche è grazie a tutti voi”.

Del resto anche la solidarietà presenta inevitabilmente il conto: “Senza aiuti per noi sarebbe impossibile preparare 150 pasti che comprendono antipasto, primo, secondo e frutta, più tovaglioli e sacchetti. Di solito ci attestiamo sui 5 euro per ognuno, ma ci sono anche le utenze da pagare per tenere attiva la cucina. È da quattro anni che il nostro convento è coinvolto in questa operazione e la gente non ci ha fatto mai mancare niente. Tutti si fidano e ci cercano, però noi siamo e vogliamo essere soltanto dei mezzi. Siamo solo dei canali prudenti”.

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09 Dicembre 2020, 05:58

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