12 Novembre 2020, 18:55
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PALERMO – Sei anni ciascuno di carcere sono stati inflitti ai due imputati per la bancarotta fraudolenta della Latte Puccio di Capaci. Gli imputati condannati sono degli amministratori Giuseppe Valguarnera e Caterina Di Maggio, ex moglie del fondatore Enzo Puccio.
Due anni fa erano state aperte le procedure di licenziamento collettivo per 12 lavoratori su 18 impiegati nel caseificio di via Monsignor Siino 54, lungo la statale tra Capaci e Carini. L’azienda, che produce mozzarelle, aveva usufruito per due anni dei contratti di solidarietà. Poi, arrivò il fallimento.
Secondo la Procura della Repubblica e i finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria, la società sarebbe stata “svuotata”. Sarebbero state prese “scelte gestionali in palese conflitto con gli interessi della società fallita, ma utili a realizzare gli scopi personali degli amministratori”.
In particolare, sarebbe stato “orchestrato e diretto un articolato sistema di società finalizzato ad aggirare le norme. I crediti vantati dall’industria casearia nei confronti di altri soggetti sarebbero stati artificiosamente svalutati, quindi l’azienda, il cui valore era stato stimato in circa 9 milioni di euro, sarebbe stata fittiziamente affittata ad un’altra società, così da completarne lo svuotamento”.
Il giudice per l’udienza preliminare Annalisa Tesoriere ha assolto i due imputati dal reato di riciclaggio e disposto che paghino una provvisionale di mezzo milione di euro per i danni alla curatela fallimentare, parte civile con l’assistenz dell’avvocato Massimo Motisi. La difesa contesta la ricostruzione dell’accusa e farà appello.
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12 Novembre 2020, 18:55