02 Dicembre 2016, 19:48
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PALERMO – Arriva solo uno sconto di pena al processo d’appello per il crac della Sicilcassa. Sei anni e dieci mesi ciascuno sono stati inflitti agli ex membri del Consiglio di amministrazione Francesco Mormino, Pompeo Oliva, Marcello Gianfranco Adriano Maria Orlando e Gianni Lapis (in primo grado avevano avuto nove anni ciascuno). Antonio Mosto è stato condannato a cinque anni contro i sei del processo di primo grado.
Lapis, avvocato tributarista ed ex docente universitario, in passato è stato condannato con sentenza definitiva per tentata estorsione. Dalle indagini sul tesoro di don Vito Ciancimino era saltato fuori il passaggio di circa 5 milioni di euro transitati dal conto di Ezio Brancato, socio nella Gas, a quello della figlia di Lapis. E da qui in quello svizzero denominato “Mignon” nella disponibilità di Massimo Ciancimino, il figlio di don Vito.
Nel 1997, quando la Sicilcassa fu dichiarata insolvente, era il secondo istituto di credito siciliano. Si trattò del disastro finanziario più grave del nostro Paese, dopo quello del Banco Ambrosiano di Roberto Calvi: 2.995 miliardi delle vecchie lire. Lo sconto di pena arriva perché la seconda sezione della Corte d’appello, presieduta da Daniele Marraffa, ha assolto gli imputati da alcuni capi di imputazione. Regge, dunque, l’impianto accusatorio nato dalle indagini del pubblico ministero Dario Scaletta.
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02 Dicembre 2016, 19:48