Il Csm impugna sentenza Tar a favore di Lo Voi - Live Sicilia

Il Csm impugna sentenza Tar a favore di Lo Voi

La delibera.

“E’ molto più breve e meno variegata rispetto a quella del dottore Prestipino l’esperienza nel contrasto alla criminalità organizzata di Francesco Lo Voi, titolare dell’importante incarico di procuratore di Palermo da “soli 4 anni e sei mesi”.

E’ uno dei passaggi della delibera con cui il plenum del Csm ha deciso di proporre ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar del Lazio che, accogliendo il ricorso di Lo Voi, ha annullato la nomina di Michele Prestipino a procuratore di Roma.

I precedenti

E’ la seconda volta che il Csm ricorre contro l’annullamento della nomina del procuratore di Roma: lo aveva già fatto rispetto al ricorso di un altro dei concorrenti, il procuratore generale di Firenze Marcello Viola.

“Prestipino il crimine organizzato”

Prestipino, fa presente il Csm, “nell’esercizio delle funzioni requirenti, ha operato nel settore della criminalità organizzata continuativamente (a decorrere dal 1998, allorquando è stato destinato alla Dda di Palermo) e, peraltro, in diversi contesti territoriali (Sicilia, Calabria e Lazio)”.

E così ha maturato “una approfondita conoscenza delle diverse forme del crimine organizzato”. Palazzo dei marescialli rivendica dunque la propria scelta di considerare prevalente Prestipino, nonostante all’epoca fosse procuratore aggiunto.

Quella decisione è stata “congruamente motivata” ed “è espressione – sottolinea la delibera – dell’ampia discrezionalità riservata all’Organo di governo autonomo nella scelta dei dirigenti”.

Il ricorso al Tar di Lo Voi e Viola

Lo scorso febbraio il Tar del Lazio ha annullato la nomina di Prestipino. I giudici amministrativi hanno accolto i ricorsi del Viola e Lo Voi e respinto invece il ricorso del procuratore di Firenze Giuseppe Creazzo.

Entrambi i ricorsi ruotavano sulla carenza dei titoli di Prestipino che, in base al testo unico della dirigenza giudiziaria, non avrebbe avuto i requisiti per la nomina poiché non ha guidato una Direzione distrettuale antimafia e non è stato a capo di una Procura. A Roma era stato aggiunto e per un periodo, dopo il pensionamento di Giuseppe Pignatone, facente funzioni di procuratore.


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