Il degrado del Parco della Neapolis | Appello delle guide alla Regione

di

19 Febbraio 2017, 17:45

4 min di lettura

SIRACUSA – “Monumenti coperti dalle erbacce, aree di pregio transennate e inaccessibili, sporcizia e degrado ovunque: non sappiamo più cosa rispondere ai turisti che ci chiedono conto di questo degrado. È vergognoso”. La misura è colma, dunque; e a sbottare è proprio chi, per mestiere, rappresenta il filtro tra tanta bellezza (mortificata) e i visitatori: le guide turistiche. Arriva da quelle di Siracusa, infatti, il grido di allarme per le condizioni del Parco archeologico della Neapolis: un complesso monumentale tra i più ricchi al mondo, con il Teatro greco, l’Orecchio di Dionisio, l’Ara di Ierone, l’Anfiteatro romano, le Latomie del Paradiso. Complesso che versa in un degrado “desolante e umiliante”, secondo l’esperienza delle guide turistiche.

Un deficit di manutenzione “in attesa di risposte e finanziamenti” dalla Regione, per gli uffici della Soprintendenza che amministrano il parco. Il risultato, al momento, non cambia. Ed è sotto gli occhi di tutti. “’L’Ara di Ierone, ricoperta da erbacce, è invisibile per tre quarti; l’Anfiteatro romano è una giungla; le Latomie quasi impraticabili”: lo dicono Lucia Iacono e Carlo Castello, quest’ultimo in qualità di presidente dell’associazione delle Guide turistiche di Siracusa. Per voce esperta, aggiungono dettagli: “Nell’Ara di Ierone l’erba ha coperto totalmente l’altare. Non si vede più neanche la cisterna dell’area sacra”. Davanti ai bagni dell’Anfiteatro romano, inoltre, le scale sono del tutto invase da sterpaglie. Ma la situazione più grave è al Teatro greco, dove la terrazza del Ninfeo (la parte superiore della cavea) è inaccessibile. Chiusi sono tutti quelli che un tempo erano i graziosi sentieri d’accesso alla parte alta del maestoso monumento: le forti piogge dello scorso ottobre li hanno resi impraticabili e la Soprintendenza ha dovuto chiuderli per motivi di sicurezza.

“Si consideri – hanno spiegato le guide – che tra un paio di settimane anche la parte bassa del teatro sarà inaccessibile, perché cominceranno i lavori per le scenografie e le prove delle rappresentazioni classiche. Quindi né da sopra, né da sotto sarà possibile accedere: in piena stagione turistica, chi paga il biglietto sarà costretto a transitare solo per un corridoio centrale, in fila e sotto il sole”. La dirigente della Soprintendenza, responsabile per le aree archeologiche, Mariella Musumeci, ne è consapevole: “Già da dicembre – dice – abbiamo mandato le perizie di manutenzione e sistemazione di tutto il parco, soprattutto della parte superiore del teatro transennata per motivi di sicurezza. Quando c’è stato il dilavamento – spiega – tutti i percorsi sono saltati”. L’azione erosiva delle acque meteoriche ha portato via tutti i sentieri battuti: “Quindi – ha proseguito la dirigente – è sorto un problema di incolumità pubblica. Aspettiamo ora che i tempi tecnici ci diano la possibilità di intervenire. Purtroppo – aggiunge – siamo in esercizio finanziario provvisorio. Vedremo di contattare ancora una volta l’assessorato regionale per sapere se c’è bisogno di rimandare queste perizie oppure se ce le finanziano per riattivare questi percorsi”.

Articoli Correlati

> GUARDA LE FOTO

Anche tra l’Orecchio di Dionisio e la Grotta dei Cordari ci sono problemi: la particolare area della Latomia del Paradiso, ricca di vegetazione esclusiva, è anch’essa transennata e inaccessibile. “Anche lì ci sono problemi di sicurezza – ha spiegato la dirigente della Soprintendenza – c’è la famosa magnolia, albero simbolo dell’area, con altre specie arboree in ritardo di cure e attenzione”. Il diserbo, manco a dirlo, è anch’esso legato a queste perizie di manutenzione che aspettano di essere finanziate. In altri siti, in passato, l’azione di volontariato di associazioni culturali ha permesso di praticare almeno il diserbo: “Ma ora non ce la facciamo più”, spiega il presidente di una di esse, la Lamba Doria, Alberto Moscuzza. “Abbiamo pulito il giardino del museo archeologico Paolo Orsi – prosegue – ma è pur sempre una spesa: non è semplice prendersi carico di questi interventi”.

Lo scorso anno per la pulizia del parco archeologico, al posto della Regione intervennero gli sponsor delle rappresentazioni classiche insieme con l’Inda, l’ente che le organizza. Eppure, si domandano le guide turistiche “questo è uno dei siti più visitati in Sicilia e da qualche anno, con l’abolizione delle gratuità per gli over 65 si incassa anche di più”. Il costo del biglietto è di 10 euro. E il numero dei visitatori, malgrado tutto, in perpetuo aumento: lo scorso anno da maggio a agosto furono 249 mila, 20 mila in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La soluzione, secondo il presidente delle Guide turistiche aretusee, Carlo Castello, è nella legge – inapplicata – dell’autonomia dei parchi: “Siracusa ha chiesto di essere autonoma come Agrigento – dice -. Tutti i soldi degli incassi, che oscillano dai 3 ai 4 milioni l’anno, resterebbero a Siracusa che penserebbe alla propria gestione. E invece non resta un euro. Resta tutto alla Regione siciliana”.

Pubblicato il

19 Febbraio 2017, 17:45

Condividi sui social