Il “doppio gioco” dei renziani | Le colpe di Faraone

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27 Novembre 2015, 06:50

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Di lotta e di governo. Una volta forse funzionava. Oggi è lo specchio di una ipocrisia politica che appare ormai evidente. Faraone brandisce da mesi, ormai, le armi del commissariamento, delle elezioni anticipate, persino quelle dei finanziamenti statali che Roma è pronta a concedere “solo se il governo Crocetta saprà fare le riforme”. Peccato, però, che in quel governo, tra renziani “al cento per cento” e altri che a quell’area possono essere assimiliati, Faraone può contare su metà degli assessori. Assessori faraoniani che, del resto, a differenza di altre aree del partito, non hanno mai lasciato le poltrone della giunta Crocetta. Mentre la componente del sottosegretario rappresenta la maggioranza del gruppo del Pd. Deputati ai quali si aggiungono ad esempio quelli raccolti attorno all’ex ministro Totò Cardinale, che si autodefiniscono renziani. Insomma, mezzo governo e gran parte della maggioranza si rispecchiano nel Pd di Renzi. E che nel frattempo ha finito per imbarcare esponenti politici appartenenti in passato a esperienze che sembravano anni-luce dalla tradizione del Partito democratico. E invece anche quelli oggi, benedetti in occasione della “Leopolda sicula”, rinsaldano la maggioranza a sostegno del governo. Il fallimento di Crocetta, quindi, è – piaccia o meno – anche quello dell’area che fa capo a Faraone.

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27 Novembre 2015, 06:50

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