09 Novembre 2016, 08:30
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PALERMO – La mancata intesa con il compagno Aleesami, con la sfera che sfugge al suo controllo e finisce poi sui piedi di Suso, è valso un regalo al Milan in occasione del primo gol rossonero domenica scorsa. Ma Josip Posavec, a dispetto dei suoi vent’anni, non si è buttato giù per l’ennesimo errore della sua stagione fra i pali della porta del Palermo, fin qui tutto sommato positiva, ed è anzi tornato in campo nella ripresa con la ferma convinzione di dimostrare al pubblico, al tecnico De Zerbi e sopratutto a sé stesso di meritarsi quel pesante numero uno che porta sulle spalle in una stagione tutt’altro che semplice per il club di viale del Fante. Il gol del Milan dopo un quarto d’ora aveva infatti riaperto un vaso di Pandora al cui interno l’ex Inter Zapresic ha sicuramente rivisto le papere commesse con Crotone, Roma e Cagliari.
L’estremo difensore originario di Varazdin, città a nord della capitale croata Zagabria, ad interventi quantomeno discutibili, e attribuibili alla mancata esperienza nel nostro massimo campionato, ha però sempre fatto seguire delle risposte degne di un campione consumato che ha nel proprio Dna l’istinto e il guizzo felino per respingere le conclusioni avversarie più insidiose. Ne sa qualcosa in ordine di tempo proprio Suso che dopo aver approfittato dell’incertezza del classe ’96 ha innescato una vera e propria battaglia all’ultima conclusione stravinta stavolta dal rosanero.
In ben due occasioni Posavec, dopo il pari raggiunto dal Palermo grazie a Nestorovski, ha fatto esplodere difatti il ‘Barbera’, come se avesse realizzato un gol, togliendo letteralmente dalla porta le bombe dell’ex Liverpool su cui qualunque altro collega sarebbe facilmente capitolato. Alla fine solo sul tacco imprevedibile di Lapadula, nato guarda caso sempre da una conclusione di Suso su cui anche questa volta il portiere dei siciliani era proteso per smanacciare, Posavec ha dovuto alzare bandiera bianca risultando comunque fra i migliori della sua squadra al 90’.
Al giovane, su cui il presidente Zamparini ha posto totale fiducia inserendolo di recente addirittura nella top undici di tutti i tempi dei migliori giocatori rosanero, manca dunque solo un po’ di sicurezza in più nel dirigere i movimenti dei suoi compagni del pacchetto arretrato e nel leggere sopratutto le situazioni sui calci piazzati, vero tallone d’Achille del croato, che contrariamente dal punto di vista delle uscite e degli interventi spettacolari potrà soltanto migliorare candidandosi ad entrare in quel ristretto club dei migliori portieri d’Europa. Il tempo d’altronde è tutto dalla sua parte.
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09 Novembre 2016, 08:30