Il fallito attentato all’Addaura|La scientifica individua il dna del boss

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03 Gennaio 2011, 17:15

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Secondo quanto riportato dal sito del quotidiano La Repubblica, a 21 anni di distanza dal fallito attentato dell’Addaura, che avrebbe dovuto uccidere il giudice Giovanni Falcone, la polizia scientifica sarebbe riuscita ad individuare e isolare il dna recuperato da una maglietta lasciata dagli attentatori nella borsa contenente il tritolo, stabilendo con esattezza che quelle tracce appartengono a ad Angelo Galatolo, boss della famiglia palermitana dell’Acquasanta, già condannato nel primo processo scaturito da quel fallito attentato. Galatolo, secondo quanto riferito dal collaboratore di giustizia Angelo Fontana, era l’uomo con in mano il telecomando collegato all’esplosivo.

“Dalle ultime analisi sono emersi anche altri tre profili di Dna – si legge su La Repubblica -: la polizia scientifica, diretta da Piero Angeloni, li ha estratti dalla cinghia di una maschera, dalla muta da sub e dal telo lasciati dai sicari di Cosa nostra davanti alla villa del magistrato. Altre ‘cellule epiteliali di sfaldamento’ hanno generato sequenze di numeri che indicano il Dna”.

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Come riporta l’articolo, “l’esame del Dna conferma la versione del pentito Angelo Fontana, che ha collocato sulla scogliera dell’Addaura una squadra di mafiosi dell’Aquasanta e di Resuttana”.

L’attribuzione del dna non risolve però il giallo della “talpa che informò i mafiosi che Falcone avrebbe fatto un bagno all’Addaura durante la pausa pranzo del 20 giugno, assieme a due colleghi svizzeri. La gita era stata decisa il pomeriggio precedente. Della talpa, Angelo Fontana dice di non sapere nulla”.

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03 Gennaio 2011, 17:15

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