11 Settembre 2013, 20:21
1 min di lettura
PARTINICO (PALERMO) – La distilleria Bertolino ha assunto il figlio dell’assessore alla polizia municipale del Comune di Partinico, Vito D’Amico, e scoppia la polemica. Da un lato Rifondazione Comunista chiede al sindaco, Salvo Lo Biundo, di revocare la delega affidata all’amministratore, dall’altro l’assessore si difende e dice che non c’è nulla di illegale. ”Mio figlio è stato assunto per 40 giorni all’interno della distilleria come decine di giovani in questo periodo di vendemmia – dice l’assessore D’Amico -. Non mi sembra che ci sia nessuno scandalo. Ho fatto le cose alla luce del sole e ne avevo parlato anche con il sindaco Salvo Lo Biundo. Non c’è nulla di illegale”.
Non è della stessa opinione il presidente e il segretario del Circolo Peppino Impastato, Toti Costanzo. ”Le mansioni svolte dall’assessore D’Amico nella giunta, – dice l’esponente di rifondazione comunista – infatti, hanno finalità di controllo sulle attività produttive, specie quelle riguardanti l’opificio, oltre che interventi a sostegno dei processi di legalità. Per Rifondazione Comunista di Partinico, la vicenda crea un conflitto di competenze tra l’assessore e la sua delega, ragion per cui, oltre alla revoca della delega”.
Pubblicato il
11 Settembre 2013, 20:21