Il fondo e la vanga

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20 Ottobre 2013, 08:05

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Quando fu designata dal PDL a ricoprire la carica di Ministro della Salute tutti noi, che abbiamo scelto di dedicarci alla salute altrui negli ospedali pubblici e che invece rischiamo di perdere la nostra, abbiamo storto il muso. Con quel faccino da Meg Ryan de’ noartri, Beatrice Lorenzin sembrava l’ennesimo esempio di belloccia in carriera priva della competenza necessaria per svolgere l’incarico e per evitare le maldicenze che hanno colpito altre esponenti, più o meno avvenenti, della sua parte politica. Ci chiedevamo tutti, da entrambi i lati della barricata, cosa aspettarci nella gestione della Salute degli Italiani da una quarantaduenne che esibisce sulla scheda personale del sito della Camera dei Deputati i titoli di “Diploma di Liceo Classico” e di indefinito “Libero Professionista”.

E invece il Ministro della Salute sembra, almeno a parole, avviata sulla buona strada per smentire gli scettici come me. Dapprima ha dichiarato che si sarebbe battuta “come una leonessa” contro gli ulteriori tagli al Sistema Sanitario che si paventavano nelle anticipazioni di stampa sull’ultima manovra di stabilità del governo Letta. In effetti, è trapelato che in Consiglio dei Ministri il giovane Ministro ha battuto i pugni sul tavolo minacciando le dimissioni seduta-stante se si fossero, ancora una volta, impugnate le cesoie per dare la mazzata finale al Sistema Sanitario. Non paga, il Ministro ha rincarato la dose con alcune dichiarazioni rilasciate in una lunga intervista a Sky. Ascoltando il Ministro ho avuto finalmente la sensazione di una persona che, pur non possedendo i titoli accademici, parla dopo essersi informata, dettaglio non affatto scontato in questo Paese. La parole del Ministro hanno insinuato in me un barlume di speranza sul fatto che, dopo aver toccato il fondo, forse non ci toccherà prendere la vanga e iniziare a scavare.

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Il Ministro ha dichiarato che il fondo del barile era stato raschiato e che “i tagli al comparto sanitario (22 mld negli ultimi 6 anni), necessari per recuperare l’enorme indebitamento delle Regioni, non potevano continuare perché a questo punto avrebbero inciso in modo diretto non sugli sprechi, ma sulla carne viva degli Italiani”. Poi ha parlato del problema del turn-over del personale del Servizio Sanitario dove “non c’è un concorso da più di 10 anni” e dove non esiste alcun ricambio generazionale. Finalmente un amministratore che comprende che la qualità dell’assistenza non può che peggiorare se chi esce dal Servizio non viene rimpiazzato e chi resta è sempre più spremuto dall’usura fisica e mentale e da turni di lavoro durissimi. Infine, il Ministro ha parlato di un’altra emergenza che appare sotto gli occhi di tutti, utenti e operatori: lo stato di usura degli immobili ospedalieri e l’obsolescenza delle attrezzature tecnologiche. Finalmente un amministratore che s’accorge, come se davvero li frequentasse, che gli ospedali italiani cadono letteralmente a pezzi e che comprende che l’aggiornamento tecnologico non può essere ignorato se si vuole davvero garantire ai pazienti la migliore terapia pro-tempore.

So bene che la competenza in tema di Salute è delle Regioni e che, come disse il Cardinal Pappalardo: “Mentre a Roma discutono, Palermo viene espugnata”. Inoltre, mi sovvengono le parole di mia nonna quando diceva: “Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare”. Tuttavia registro con sollievo la decisa azione del Ministro Lorenzin in difesa del Sistema Sanitario e accolgo con speranza le sue parole che denotano una presa di coscienza su problemi che, pur essendo di palese evidenza, sembravano sinora ignorati. Voglio augurarmelo come operatore del presente e come utente del futuro. In fondo, prima o poi, di un ospedale abbiamo tutti bisogno.

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20 Ottobre 2013, 08:05

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