09 Maggio 2013, 18:31
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PALERMO – “Dove sono le istituzioni oggi? E’ la seconda volta che sollecitiamo il presidente della Regione, Rosario Crocetta, perché raccolga il nostro invito a farsi carico della gestione del casolare in cui fu ucciso mio fratello Peppino, e oggi, purtroppo, non è qui”. Lo ha detto, con una punta di amarezza, Giovanni Impastato a Cinisi (PA), in contrada Feudo, la zona in cui si trova il caseggiato in cui fu massacrato l’attivista di Cinisi nella notte tra l’8 e il 9 maggio, prima che il suo corpo venisse trascinato sui binari e fatto esplodere per inscenarne il sucidio. “Le condizioni in cui è ridotto il casolare, ancora da espropriare e in stato di totale abbandono, testimoniano quale sia la mancanza di rispetto per la memoria storica del nostro Paese – ha aggiunto Impastato – qui Peppino ha esalato il suo ultimo respiro e qui registriamo con dispiacere l’assenza di un governatore che per la sua storia ritenevamo particolarmente sensibile a questi temi. Oggi abbiamo 30.600 firme raccolte da Rete 100 passi attraverso la piattaforma di petizioni on line ‘change.org’, ma la sottoscrizione continua e più avanti consegneremo le firme al presidente della Repubblica. Tenere in queste condizioni il casolare è un’offesa per tutti, specialmente per le istituzioni”.
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09 Maggio 2013, 18:31