Cronaca

Il funzionario regionale, i mafiosi e i massoni: un secolo di carcere

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01 Giugno 2021, 18:18

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PALERMO – Otto condannati per oltre un secolo di carcere e tre assoluzioni al processo scaturito dalla maxi inchiesta “Assedio-Halycon” che avrebbe svelato intrecci tra mafia, politica, imprenditoria e massoneria a Licata.

Il giudice per l’udienza preliminare Claudia Rosini ha quasi integralmente accolto le richieste del procuratore aggiunto Paolo Guido e del sostituto Claudio Camilleri della Direzione distrettuale antimafia di Palermo. Le pene sono già ridotte di un terzo così come previsto quando il processo si celebra con il rito abbreviato.

Queste le condanne: 20 anni Angelo Occhipinti, ritenuto il boss della famiglia mafiosa di Licata, Giuseppe Puleri 10 anni e 8 mesi, Angelo Lauria 10 anni e 8 mesi, Giovanni Mugnos 12 anni, Giacomo Casa 10 anni e 8 mesi, Raimondo Semprevivo 12 anni, Lucio Lutri 10 anni e 8 mesi (funzionario del dipartimento regionale all’Energia ed ex gran maestro di una loggia massonica“Pensiero e azione”, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa), Marco Massaro 2 anni 4 mesi (era imputato per favoreggiamento).

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Gli assolti sono Angelo Graci (difeso dagli avvocati Claudio Gallina Montana e Vincenzo Alecci, richiesta di 12 anni), Giuseppe Galanti (avvocati Giovanni Castronovo e Chiara Proietto, richiesta di condanna a 10 anni e 8 mesi), Vito Lauria (avvocati Francesco Bertorotta e Luigi Ciotta, richiesta di 12 anni).

Contestualmente è in corso il processo con rito ordinario, davanti i giudici della prima sezione penale del Tribunale di Agrigento, a carico di altre nove persone: si tratta di Giovanni “il professore” Lauria, 80 anni, ritenuto elemento apicale del clan licatese; Angelo Bellavia, Antonino Cusumano, Antonino Massaro, Alberto Riccobene, Salvatore Patriarca, Gabriele Spiteri e Vincenzo Spiteri.

L’operazione, eseguita nell’estate 2019, era dei carabinieri del Ros e della compagnia di Licata.

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01 Giugno 2021, 18:18

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