Il furto al Policlinico e la delusione| “Spero ancora nella buona volontà”

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11 Gennaio 2018, 16:35

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PALERMO – “Stavo parlando con una paziente di Agrigento che mi aveva chiesto di poter essere sottoposta alla terapia. Mi sono voltato e mi sono reso conto soltanto in quel momento che il computer era sparito”. Il primario di Audiologia del Policlinico, Aldo Messina, racconta il suo sconforto dopo il furto del computer che conteneva un software dal valore di diecimila euro. Un programma fondamentale per la riabilitazione dell’acufene, già utilizzato per trenta pazienti.

“Sono stati già contattati per essere informati che la terapia è stata sospesa – spiega il medico – la reazione è stata di estremo dispiacere. Alcuni di loro arrivano da Bagheria e Corleone, abbiamo preferito avvisarli per non far fare il viaggio inutilmente. Sono molto delusi, così come lo sono io, perché Palermo farà per l’ennesima volta una brutta figura. Quasi mi vergogno – prosegue – di raccontare ai miei colleghi canadesi quello che è accaduto”.

Già, perché il software contenuto nel computer rubato – che può essere installato in un solo dispositivo – rientra in un progetto pilota di “Neurofeedback” realizzato con partner americani e canadesi. Un progetto capofila che da settembre aveva già raggiunto importanti obiettivi e dato grande sollievo ai pazienti che da settembre ne avevano fatto richiesta. “Quel computer non vale nulla, ma il software e la terapia rappresentavano un’ancora di salvezza per i casi più critici – spiega Aldo Messina -. L’acufene colpisce il 25 per cento delle persone, è un disturbo molto fastidioso, presente 24 ore su 24 nel paziente che, grazie alla riabilitazione effettuata qui, riusciva a migliorare la sua condizione anche dal punto di vista morale”.

Ogni persona in cura veniva sottoposta a 33 minuti di terapia, due volte a settimana. “Stava funzionando e qualcuno stava tornando alla vita normale – prosegue il primario – ma adesso ci è crollato il mondo addosso. Avevo sborsato di tasca mia i diecimila euro per mettere in pratica una metodica riabilitativa innovativa e non si tratta di un investimento economico semplice da ripetere. Vorrei tanto che la buona volontà avesse il sopravvento in chi ha avuto il coraggio di fare una cosa simile, vorrei che riflettesse e riconsegnasse ciò che ha rubato. Ha provocato un danno enorme ai miei pazienti e a me stesso. Chiedo nuovamente che mi venga restituito, anche anonimamente, non importa”.

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Il pc sarebbe stato rubato tra le 11 e le 15, in pieno giorno, mentre il medico si trovava nel suo ambulatorio, costituito da due stanze. “In quella in cui è avvenuto il furto si trova un’altra porta, probabilmente sono entrati da lì, approfittando di un mio momento di distrazione. La sala d’attesa era piena, qui è un viavai continuo. Non escludo qualcuno lo avesse già adocchiato prima di rubarlo. Gli garantisco che non potrà nemmeno utilizzarlo – aggiunge il primario – funziona soltanto per il software e se collegato ad una cassettina con degli elettrodi, che si trova ancora qui”. Un furto che colpisce al cuore, l’ennesimo nei locali del Policlinico, dove alcuni mesi fa sono stati rubati presidi sanitari dal magazzino del reparto di Fisiatria. “E’ sempre più importante – l’installazione di un sistema di videosorveglianza – conclude il medico -. Dovessi rientrare in possesso del computer, sarà la prima cosa che chiederò “.

 

 

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11 Gennaio 2018, 16:35

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