14 Dicembre 2020, 09:16
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Non ladri occasionali, ma con ogni probabilità una banda organizzata, di quelle che agiscono nelle ville di campagna. Ne sono convinti i carabinieri della compagnia di San Giovanni Valdarno che stanno conducendo le indagini sul furto a casa di Paolo Rossi, nella tenuta di Poggio Cennina, a Bucine (Arezzo), avvenuto ieri mattina, ritengono gli inquirenti, mentre a Vicenza si svolgevano i funerali del campione
L’arco temporale preso in considerazione viene però fatto partire dalla notte precedente: chi ha agito, per gli investigatori, sapeva comunque di non trovare nessuno in casa. I malviventi, in base anche ad alcune testimonianze su movimenti di veicoli nella zona, potrebbero essere arrivati sul posto con due auto e forse anche un furgone, non avrebbero lasciato impronte e prima di fuggire si sarebbe portato via il dischetto con le immagini delle telecamere di videosorveglianza. Durante il sopralluogo dei militari – allertati ieri dalla moglie di Rossi, Federica, a sua volta avvisata da un collaboratore che aveva notato una finestra rotta – l’allarme sarebbe stato trovato disinserito. Riguardo al bottino sarebbe stato rubato il Rolex normalmente indossato da Paolo Rossi e lasciato a casa quando è stato ricoverato e circa 150 euro tenuti per le spese spicciole: cimeli e altro erano custoditi altrove, tenuto conto che in passato in zona ci sono stati altri furti. Un inventario preciso però si avrà solo nei prossimi giorni. Il sindaco di Bucine Nicola Benini, parlando con i giornalisti, si è detto sconvolto per quanto avvenuto, proprio nel momento in cui il paese si prepara a ricordare Paolo Rossi con un momento pubblico che si terrà in settimana e a dedicargli lo stadio locale.
“Rossi – ricorda – era amico di tutti qui, potevi trovarlo dal macellaio, al bar, in qualche cena pubblica. Per noi era come uno nato in Valdambra. Ricordo una volta di aver giocato una partitella di beneficenza in coppia d’attacco con lui. Sua moglie Federica mi ha scritto sottolineando come non vuole che questo possa rovinare il fiume di affetto e amore formatosi intorno a Paolo. Spero comunque che predano i banditi al più presto”. Lo stesso si augura il sindaco di Firenze Dario Nardella secondo il quale “un atto più vile e vomitevole di questo è davvero impensabile”: “Tutta la mia solidarietà e vicinanza alla famiglia di Paolo Rossi”. Oggi la tenuta è rimasta presidiata tutto il giorno dai carabinieri mentre qualche curioso ha lasciato maglie e ricordi al cancello della casa di Rossi. Intanto cresce il movimento d’opinione che chiede di intitolargli un premio da assegnare al vincitore della classifica marcatori della serie A. (ANSA)
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14 Dicembre 2020, 09:16