16 Maggio 2014, 06:10
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PALERMO – Viene ricordato come un ragazzo in gamba, socievole. La sua passione era il windsurf, viveva in simbiosi con il mare, gli piaceva stare all’aria aperta e cavalcare le onde sfruttando la forza del vento. Quando lo faceva, Francesco Bonomolo era poco più che maggiorenne. A Mondello c’è chi ha ancora impresso nella mente quel volto da ragazzo spensierato, chi ha un vago ricordo anche della sua famiglia che vive ancora nel capoluogo siciliano. Ma dopo la sua partenza per gli Stati Uniti, c’è solo il buio più assoluto. A Palermo, le informazioni sul 47enne trovato senza vita nel suo appartamento di Mission Viejo, al sud della contea di Orange, in California, giungono con il contagocce. Ed anche chi ha vaghi ricordi sulla sua vita, sembra non avere più avuto alcuna notizia dal giorno del suo trasferimento.
Una scelta, quella di andare a vivere lontano dalla sua città d’origine, che avrebbe fatto anche la sorella diversi anni fa, partita in questi giorni dal Sud Africa per raggiungere il padre Umberto. La famiglia si è infatti recata in California per capire cosa ci sia dietro il terribile epilogo di quella che sarebbe stata una lite. Con un dolore indefinibile nel cuore si sono imbarcati su un aereo in cui, a fare loro compagnia durante il lungo viaggio, c’è stata soltanto la speranza. Quella di sapere davvero cosa sia successo al figlio che abitava dall’altra parte del mondo e di cui, anche all’istituto privato che frequentava da piccolo, oggi si sa ben poco.
Bonomolo, conosciuto in California come “Joey”, avrebbe infatti studiato fino al liceo all’ex Istituto Gonzaga di Palermo, da anni ormai Centro Educativo Ignaziano. “Non sappiamo nulla sul suo percorso scolastico successivo – dice il rettore padre Francesco Beneduce – doveva essere molto giovane quando ancora frequentava questo istituto. Un mio confratello ieri mi ha informato di quello che gli sarebbe successo ed è inevitabilmente doloroso venire a conoscenza di vicende simili. Qui ci sono docenti giovani, nessuno sa niente di quest’uomo”.
Un mistero che si infittisce, una vicenda da cui non emergono dettagli sulla vita lavorativa di Bonomolo, né sul suo giro di amicizie americano. Fatto sta che dopo l’individuazione della sua auto, una Toyota Corolla che sembrava sparita nel nulla subito dopo l’omicidio, il suo presunto assassino è stato individuato. A sferrare le coltellate mortale al 47enne palermitano, secondo il dipartimento dello sceriffo di Orange County sarebbe stato un ventunenne di Oceanside, città della contea di San Diego.
Si tratta di Adam Anthony Ingala-Whiting, che tra alcuni giorni dovrà comparire davanti al Tribunale. Solo allora potrebbero emergere dettagli importanti su quello che è veramente accaduto nell’abitazione del palermitano, un appartamento che fa parte del complesso residenziale “Vista Real”, al 27260 di Los Altos da cui sarebbe stato un amico della vittima a lanciare l’allarme. In base a quanto ricostruito dagli investigatori locali, l’omicidio – confermato dall’autopsia – sarebbe avvenuto al termine di una lite violenta, ma sul movente vige il massimo riserbo.
Non si sa ancora se Bonomolo avesse ultimamente avuto dei problemi o dei contrasti che l’hanno condotto al tragico epilogo, collocabile in base alle indagini tra il 29 aprile e il 4 maggio, quando il suo corpo senza vita è stato trovato in casa. A fornire importanti elementi al giallo d’oltreoceano potrebbero quindi essere le dichiarazioni dello stesso Ingala-Whiting, accusato di omicidio aggravato dall’utilizzo di un’arma che la stampa americana ha definito “micidiale”.
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16 Maggio 2014, 06:10