Il giallo della morte di Mario Biondo | I genitori-detective in Spagna

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04 Maggio 2014, 20:06

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PALERMO – Si sono recati in Spagna carichi di speranza i genitori di Mario Biondo, il cameraman palermitano morto in circostanze misteriose il 30 maggio dello scorso anno a Madrid. In “Calle de la Magdalena”, dove il figlio abitava insieme alla moglie – la presentatrice di Telecinco Raquel Sanchez Silva – hanno fatto domande, cercato risposte, parlato con chi conosceva la coppia.

Una ricerca disperata di prove o di elementi che siano in grado di spiegare cosa è successo a Mario, che secondo i suoi familiari non si sarebbe mai tolto la vita, specie in un momento in cui stava collezionando successi ed era gratificato sia lavorativamente che sentimentalmente. L’ipotesi del suicidio con cui l’autorità giudiziaria di Madrid ha chiuso il caso non li ha mai convinti e in attesa del viaggio dei pm palermitani, che voleranno in Spagna per ascoltare la moglie il 12 giugno, Pippo e Santina Biondo si sono trasformati in detective.

“E’ l’unico modo, al momento – spiega Emanuela Biondo, sorella del cameraman – per cercare di saperne di più. Ci stiamo scontrando con una realtà terribile ormai da quasi un anno, con silenzi inspiegabili. Mio fratello non si è ucciso, ne siamo sempre più convinti e non ci fermeremo fino a quando la verità non emergerà. Abbiamo fiducia nella magistratura, la Procura ha aperto un fascicolo per omicidio volontario ed è necessario fare venire a galla tutte le incongruenze del caso. A partire dall’orario del ritrovamento del corpo di mio fratello. A Madrid è stato detto ai miei genitori che la notizia circolava già di mattina. I negozianti hanno raccontato che nella via era già arrivata la polizia intorno alle 11. La donna di servizio, invece, ha dichiarato di avere trovato Mario senza vita alle 17, come da verbale. Ma questo è soltanto uno dei tanti aspetti che non ci convince e ci fa pensare che ci sia ben altro dietro”.

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“L’aspetto degli orari – spiega l’avvocato della famiglia Biondo, Toni Palazzotto – è un aspetto fondamentale che dovrà essere chiarito anche in occasione dell’interrogatorio della moglie”. “Ci auguriamo che emergano elementi importanti – aggiunge la sorella del cameraman – e che venga a galla cosa sia realmente successo quella sera: poco prima avevo parlato con mio fratello, era sereno, programmava un viaggio, mi parlava dei progetti futuri”.

“E tutto quello che subito dopo la sua morte ha sporcato la sua memoria non ha trovato alcun riscontro. Mio fratello – prosegue – è stato descritto come un vizioso, un consumatore di droghe ed alcool, un frequentatore di locali osè. Mia madre è persino riuscita ad ottenere i suoi movimenti bancari in Spagna, non risulta alcun acquisto strano e poi conoscevamo benissimo Mario, non ci nascondeva nulla: era un ragazzo sano, che si era sacrificato tutta la vita per ottenere quello che aveva. Non crediamo – sottolinea – che fosse repentinamente cambiato in pochi mesi”.

Emanuela Biondo annuncia che i suoi genitori torneranno presto a Madrid. Non sarebbero ancora riusciti ad entrare nell’appartamento in cui Mario è stato trovato senza vita, con un foulard al collo legato ad una libreria. Un’elegante abitazione che dopo la tragedia non è stata sequestrata ed è stata trasformata da qualche mese in uno showroom. “Ci interessa solo la verità – conclude – e non avremo pace fino a quando non troveremo risposte”. E mentre si aspettano ancora i risultati della seconda autopsia, effettuata a Palermo dopo la riesumazione del cadavere, la città potrà stringersi attorno alla famiglia Biondo il 30 maggio prossimo, nel giorno in cui ricorre il primo anniversario dalla morte del cameraman. Una fiaccolata partirà infatti da piazza Castelnuovo alle ore 21.

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04 Maggio 2014, 20:06

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