Il giallo di piazza Campolo|Black out e 45 schede sparite

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05 Marzo 2012, 11:08

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A un certo punto, quando la lunga notte di piazza Campolo è ancora alle prime battute, al seggio si presenta un sostenitore di Ferrandelli. I dati tardano ancora, e quindi l’unica cosa da fare è attaccarsi al telefono per chiamare un altro gazebo: “‘A viecchia com’è? È sutta? È sutta!”. “‘A viecchia”, ovviamente, è Rita Borsellino.

Veleni, ma non gli unici: non è un caso, infatti, che i dati tardino ad arrivare, visto che in piazza Campolo un black out ferma le operazioni per mezz’ora a partire dalle 20,30 e così, alla fine, si vota ancora fino a una manciata di minuti dalle 23. Ed è in quei trenta minuti che potrebbe essersi consumato il giallo: il verbale redatto al gazebo segnala la sparizione di 45 schede e il danneggiamento dei cavi elettrici che davano luce al seggio. L’ipotesi degli sconfitti è chiara: le schede sarebbero sparite durante quella mezz’ora. Su una cosa, però, sia i rappresentanti di Ferrandelli che quelli della Borsellino sono d’accordo: una manomissione potrebbe esserci stata.

Le polemiche, però, non arrivano solo alla fine. Fino a quel momento è una processione di dati parziali, tensioni e dibattiti accesi. Il primo arriva a urne ancora chiuse: rappresentanti di lista, scrutatori e presidente di seggio si scontrano sulle schede da ritenere valide o no, e il confronto si infuoca sull’accettabilità o meno di cerchi e quadrati al posto della X. Di cerchi e quadrati, ça va sans dire, alla fine non ce ne saranno.

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Poi è la volta della procedura da seguire. Giornalisti e curiosi, sostenitori dell’una o dell’altra fazione vanno ammessi o no? La linea, all’inizio, è lasciare tutti fuori nonostante la pioggia, ma alla fine il buon senso prevale. Finisce così con un accerchiamento degli scrutatori: le osservazioni arrivano dall’una e dall’altra parte, e lo scrutinio, com’è ovvio, ne risente. Intorno a mezzanotte spunta anche Sergio D’Antoni: dà un’occhiata e non dice una parola, tiene d’occhio il telefono e sbircia i risultati. “Siete gli ultimi”, si lascia scappare prima di andare via. Ma i risultati sono ancora lontani.

Lentamente, dagli altri seggi, arrivano i primi dati. Presidente e scrutatori sono unanimi: “Non vogliamo sapere com’è andata altrove”. Poi, però, ciascuno di loro si avvicina al cronista, che iPhone in mano raccoglie i risultati dagli altri gazebo. Anche perché, nel frattempo, la scrutatrice che fa da raccordo con la segreteria del Pd continua a interrompere lo spoglio: da via Bentivegna vogliono informazioni, anche parziali. Il presidente si indispettisce, ma alla fine si adegua sempre: ferma le operazioni, raccoglie i numeri, li trasmette al Pd.

Alla fine, il gazebo di piazza Campolo premia Rita Borsellino. È troppo poco, però, per ridurre lo svantaggio da Fabrizio Ferrandelli: i voti di scarto sono 160, quelli da recuperare poco meno del doppio. Così va in scena la festa: i sostenitori dell’ex capogruppo dell’Italia dei valori si abbracciano e gridano, “è ufficiale, ha vinto” e la tentazione di andare in via Roma. Non ne avranno il tempo: gli altri rappresentanti di lista sono chini sui numeri, contano e ricontano. “Mancano 50 schede”, dice un borselliniano intorno alle 2. La lunga notte proseguirà a oltranza. I veleni anche dopo.

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05 Marzo 2012, 11:08

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