Il giallo sulle firme del M5s | La Procura riapre l'inchiesta - Live Sicilia

Il giallo sulle firme del M5s | La Procura riapre l’inchiesta

Raciti: "Hanno una doppia faccia". Trizzino: "Attendiamo la magistratura".

PALERMO – Non si placa la bufera sul Movimento 5 stelle palermitano dopo il servizio de Le Iene che ha portato alla luce una vicenda di presunte firme false presentate dai pentastellati in occasione delle elezioni amministrative del capoluogo del 2012. Nel frattempo La Procura della Repubblica ha aperto un’inchiesta. O meglio il procuratore Francesco Lo Voi e l’aggiunto Bernardo Petralia hanno riaperto il fascicolo che era stato archiviato quattro anni senza che fossero state iscritte nel registro degli indagati. Allora le indagini della Digos si chiusero con un nulla di fatto. In attesa degli accertamenti dei pm infiamma la polemica politica. Il segretario regionale del Pd, Fausto Raciti, cparla di “imbarazzo nazionale” da parte dei grillini.

Tutto parte dalla testimonianza di un attivista pentastellato, Vincenzo Pintagro: “Ho trovato due persone che stavano ricopiando duemila firme”, sostenne l’attivista in una prima intervista al programma di Italia 1. Il motivo? “Un errore formale legato alla località di nascita di uno dei candidati – rispose Pintagro -. Sul modulo di raccolta firme era stata riportata una città diversa da quella reale”. Da qui, secondo Pintagro, la mossa di “ricopiare duemila firme”, che erano state regolarmente apposte in precedenza, su altri moduli. Ieri il programma di Italia 1, che intanto era entrato in possesso dei moduli consegnati al Comune di Palermo, è tornato sulla vicenda ascoltando il parere di due esperti grafologi e intervistando alcuni simpatizzanti del movimento che avevano sottoscritto i moduli. In più casi le firme riportate sugli elenchi consegnati al Comune sono state riconosciute come “false” dai diretti interessati. Stesse conclusioni da parte dei due esperti.

“Qualora la magistratura dovesse accertare nuovi elementi penalmente rilevanti, il M5S sarà il primo a chiedere chiarezza”, scrive sul suo profilo Facebook, il deputato regionale del M5s, Gianpiero Trizzino, “in merito alla ipotesi delle firme false del M5S di Palermo” relative alla presentazione delle liste elettorali per le comunali del 2012. Trizzino ricorda che una denuncia presentata già nel 2012 fu archiviata dalla Digos. “A margine del servizio de ‘Le Iene’, vengo citato, insieme a numerosi altri deputati, in quanto – a dire del signor Pintagro (tra gli attivisti che hanno sollevato il caso ndr) – sarei stato presente ad una delle presunte riunioni nelle quali si sarebbe parlato del fatto – aggiunge Trizzino – Ebbene, nel 2012 svolgevo un dottorato di ricerca con borsa di studio a Milano e nelle poche riunioni alle quali ho partecipato non si è mai discusso di questo argomento. Per queste ragioni mi vedrò costretto ad agire per vie giudiziarie”.

All’attacco il Pd, con Raciti: “La vicenda delle firme false per le amministrative del 2012 a Palermo sta diventando un caso di imbarazzo nazionale per il Movimento 5 Stelle. Un caso che sta emergendo in tutta la sua evidenza e che svela la doppia faccia dei grillini: i palermitani aspettano le loro scuse per il modo in cui sono state calpestate le regole elettorali. Se davvero hanno falsificato le firme alla loro prima competizione elettorale nel capoluogo siciliano –  prosegue – chissà cosa saranno capaci di fare alle prossime elezioni regionali, ad iniziare dalla scelta del candidato presidente: una scelta che con ogni probabilità sarà ‘telecomandata’ dai maghi del web, alla faccia della trasparenza e della democrazia partecipata”.

Parla anche la senatrice dem Pamela Orrù, eletta a Palermo: “Il servizio delle ‘Iene’ di ieri ha dimostrato con dovizia di dettagli e a prova di smentita che il M5s a Palermo ha falsificato le firme per presentare la propria lista alle elezioni amministrative. Di più, ha chiarito che i vertici del Movimento e i deputati pentastellati eletti in Sicilia sapevano, a causa di un’aperta denuncia del fatto da parte di alcuni attivisti del Movimento. Cosa dice Di Maio, responsabile enti locali? Cosa dice Grillo, garante e unico leader? E’ questo il Movimento che grida ‘Onestà’ nelle piazze? La verità è che non c’è nessuna purezza a Cinque Stelle, ma solo una doppia morale a Cinque Stelle”.

*Aggiornamento ore 17.03
“Io all’epoca non ho presentato alcun esposto, ma misi in guardia le persone che si stavano occupando delle firme dicendo che non si dovevano permettere di ricopiarle, mai avrei pensato che avrebbero presentato proprio quelle. Ho fatto casino mettendoli in guardia e pensavo che avessero recepito. Avranno seguito i consigli di qualche avvocato, invece”. Lo dice il professore di educazione fisica Vincenzo Pintagro e attivista del M5s, a proposito delle presunte firme false depositate dai 5stelle nel 2012 per le comunali di Palermo. Pintagro è tra attivisti ed ex attivisti del M5s intervistati da ‘Le Iene’, che sostengono la manipolazione delle firme. Il professore dice di non essere stato lui a inviare la mail anonima a ‘Le Iene’ e al vice presidente della Camera Luigi Di Maio. “Non so chi abbia inviato la missiva anonima – aggiunge -. Ero convinto che quella vicenda fosse stata archiviata. Con la spaccatura che c’è a Palermo almeno 20 persone tra i soci fondatori del meet-up avrebbero potuto presentare l’esposto, io all’epoca fui soltanto ascoltato dalla Digos”. Pintagro spiega di essere “un attivista del M5s da 7 anni: propongo leggi e sono attivo come sempre”. “Ma non sono attivo nel meet-up di Palermo – prosegue – sono stato cancellato insieme ad altre 8 persone. Sono un epurato del meet up ma non dal movimento”. “Quando furono espulsi i senatori Bocchino e Campanella, fu scritto un documento con allegate delle firme nel quale si scriveva che la base del movimento a Palermo ne voleva l’espulsione – prosegue -. Dopo c’è stata una riunione e alcuni attivisti hanno visto la propria firma chiedendo spiegazioni all’attuale deputato Riccardo Nuti, l’effetto è stato che il meet-up non si è più riunito a Palermo da allora”.

“Le Iene hanno scoperto che le firme depositate dal Movimento 5 Stelle per le elezioni comunali di Palermo del 2012 erano palesemente false. Contraffatte. E pure malamente. Per svelare il mistero è bastata una perizia calligrafica e il riscontro oggettivo con alcuni cittadini che hanno firmato i moduli”. Lo afferma, in una nota, Carmelo Miceli, segretario provinciale del Pd di Palermo. “A questo punto – continua – delle domande sorgono spontanee: perché le indagini della Digos e della Procura degli anni scorsi non hanno prodotto alcun risultato? Perché, anche di fronte all’evidenza dei fatti, il Movimento 5 Stelle si è chiuso in un vergognoso silenzio? Davvero il deputato pentastellato all’Assemblea regionale siciliana, Giampiero Trizzino, e l’establishment siciliano dei 5 Stelle pensano di potere liquidare il tutto con un laconico ‘attendiamo novità dagli inquirenti? Tutto qui quello che possono fare i campioni dell’onestà?”. “Trizzino e la sua sgangherata compagnia – evidenzia Miceli – sanno perfettamente cosa bisogna fare: raccogliere e pubblicare le firme di Mannino, Busalacchi e di tutti coloro che si sono occupati della presentazione della lista del Movimento, consentendo così un semplice riscontro. Non solo, Il Movimento 5 Stelle ci dia una mano a risolvere il mistero nel mistero, questo non ancora rivelato da nessuno: dove sono finite la dichiarazione di presentazione della candidatura di Nuti e i primi fogli contenenti le firme apposte dai presentatori? Noi – rivela Miceli – le abbiamo cercate ma negli Uffici non ci sono più. Perché e come sono spariti questi fogli fondamentali che, probabilmente, contenevano le firme utili per la comparazione con quelle false? Chi ne trae beneficio? Ma soprattutto, cosa sarebbe accaduto se nei mesi successivi le elezioni comunali del 2012 si fosse scoperto che le firme del Movimento 5 Stelle erano false? Le elezioni sarebbero state invalidate? Servono risposte. Chiare, precise e dettagliate. La verità – conclude – deve saltare fuori, più prima che poi”

 


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