Il gioco dell’oca della burocrazia

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05 Febbraio 2013, 21:13

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PALERMO – Un balletto. Un valzer turbinoso. Che confonde storie e provenienze. Che mischia competenze e tradizioni. Rosario Crocetta si diverte a smontare e rimontare la Regione come fosse un castello di Lego. Di mattoncini da comporre e scomporre alla ricerca di nuove geometrie. Di una nuova efficienza per la borbottante macchina amministrativa. Qualcuno si limiterà a chiamarlo “spoil system”. Ma il governatore ha deciso di compiere, stavolta sì, una mezza rivoluzione. Ha voluto stupire, esagerare, in certi casi sorprendere. S’è divertito a lanciare i dadi, e a cercare soluzioni nuove per il suo personalissimo “gioco dell’oca” della burocrazia. Anche se, a guardar bene, molti nomi dei “nuovi” direttori non sono affatto… nuovi.

Come nel caso di Luciana Giammanco. Già, perché la dirigente, esperta e apprezzata largamente, è stata, nei mesi scorsi, considerata vicinissima all’ex governatore Raffaele Lombardo. E non senza fondate motivazioni. Fu il presidente di Grammichele a sceglierla, mentre era già a capo del dipartimento degli Enti locali, per svolgere il ruolo di commissario della Provincia di Trapani, e, fatto ancora più (politicamente) interessante, per quello di commissario dell’Irsap. L’istituto regionale per lo sviluppo delle Attività produttive che fu uno dei più forti motivi di scontro tra Lombardo e il suo assessore alle Attività Produttive Marco Venturi. In particolare, per la scelta dell’ex presidente di commissariare quell’ente, chiudendo le porte all’aspirante Alfonso Cicero, segretario particolare per anni dell’assessore Venturi. Il commissario scelto fu, appunto, Luciana Giammanco, che dovette anche “sopportare” le critiche feroci, i richiami all’intervento delle Procure, le accuse di aver “dimenticato” di ricorrere contro alcune aziende fornitrici delle Asi e in odor di mafia. Alla fine, ecco che i pezzi si sono ricomposti: Cicero è andato a guidare l’Irsap, grazie anche alla continuità, assicurata in assessorato dalla figura di Linda Vancheri, ex consulente di Venturi. Per la Giammanco, invece, dopo qualche boccone amaro, ecco un dipartimento-chiave: quello della Funzione pubblica. La dirigente che fu tra le preferite di Lombardo, insomma, adesso è il capo del personale della Regione. Finito nel mirino del nuovo governatore. La Giammanco, così, prende il posto di un altro dei dirigenti più apprezzati alla Regione: Giovanni Bologna lascia la Funzione pubblica e passa alle Finanze. Qualcuno sussurra che il trasferimento (che appare, comunque, nonostante l’importanza del nuovo incarico, come un piccolo ‘passo indietro’) sarebbe dovuto anche alla freddezza dimostrata dalla Cisl (che apprezza molto il dirigente) nei confronti di alcune mosse del nuovo governo. Sarà.

Sorprendente anche un’altra delle scelte di Crocetta. “Non possiamo perdere i fondi europei. Chi ha sbagliato pagherà”, disse infatti il governatore pochi giorni dopo il suo insediamento. Il riferimento andava dritto nella direzione di Felice Bonanno. Era lui uno dei direttori che sarbbe dovuto “saltare”. “Sarebbe curioso se la sostituzione non riguardasse anche lui”, confermò il presidente, puntando l’indice contro l’incapacità della Regione, nella passata legislatura, di spendere in maniera efficiente i Fondi comunitari. E invece, curiosamente, Bonanno è ancora lì, proprio alla Programmazione.

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Più che sorprendente, invece, è curioso il destino di Antonella Bullara. La dirigente in poco più di un mese ha cambiato vorticosamente tre poltrone. Prima, ecco l’incarico di capo di gabinetto del presidente. Un incarico venuto meno dopo un paio di settimane, per una strana “promozione” al dipartimento Affari extraregionali. Un dipartimento considerato “strategico, fondamentale per i rapporti con l’Europa”, commentava il presidente Crocetta. Peccato che, però, quel dipartimento era così strategico che il governo ne ha deciso, in sede di Finanziaria, l’abolizione, col trasferimento delle mansioni alla Segreteria generale. Ultima fermata (per il momento) della Bullara è quella del dipartimento Famiglia. Un paio di anni fa, la Bullara presentò un ricorso contro la nomina di un gruppo di dirigenti generali esterni. Tra questi, anche l’attuale segretario generale Patrizia Monterosso che fu “sollevata” dall’incarico insieme ad altri cinque colleghi (tra questi, Nicola Vernuccio e Rossana Interlandi). A presentare quel ricorso, insieme alla Bullara c’era anche Giuseppe Morale. Anche lui torna a capo di un dipartimento. E si tratta di un dipartimento importante come quello degli Enti locali. Al dipartimento “fantasma” degli Affari extraregionali, invece, ecco Maria Cristina Stimolo. Fino a ieri dirigente responsabile della sede della Regione a Bruxelles, prende il posto di Francesco Attaguile. O meglio, il posto era vacante da un po’, da quando cioè Attaguile aveva scelto di andare in pensione. Eppure, una decina di giorni fa ecco la lettera di Crocetta con cui precisa che “Attaguile non rappresenta la Regione”. Adesso, come detto, a capo del dipartimento c’è Maria Cristina Stimolo, ex moglie di Lillo Speziale, ma soprattutto tra le sostenitrici della candidatura di Rosario Crocetta a Palazzo d’Orleans. E da mesi in perenne polemica proprio con l’ex direttore Attaguile.

Due dirigenti sono a capo contemporaneamente di due assessorati. Si tratta di Rosolino Greco (in passato vicino prima a Totò Cuffaro poi, più recentemente a Raffaele Lombardo) scelto per guidare il dipartimento Pesca, ma anche (ad interim) quello per gli Interventi infrastrutturali in agricoltura, e di Anna Rosa Corsello, che resta a capo del dipartimento Lavoro e anche, ad interim, di quello rovente della Formazione professionale. Alessandro Ferrara, già dirigente alla Sovrintendenza di Ragusa, era stato individuato già nei giorni scorsi per guidare il dipartimento Attività produttive.

A completare il quadro: alla Protezione Civile Vincenzo Falgares, al dipartimento Beni Culturali Sergio Gelardi, alla Ragioneria Mariano Pisciotta, alle Infrastrutture Pietro Lo Monaco, agli Interventi Strutturali per l’agricoltura Rosa Barresi, all’azienda forestale Giovanni Arnone, alla Sanità e pianificazione strategica Salvatore Sammartano, al Territorio e ambiente Vincenzo Sansone, all’Urbanistica Tano Gullo, al corpo forestale Vincenzo Di Rosa, al dipartimento regionale per il turismo Alessandro Rais, all’ufficio speciale autorità di certificazione Ludovico Benfante, all’Audit Maurizio Agnese. E infine, gli esterni. Fa già discutere la scelta di Tano Grasso, simbolo dell’antiracket, e individuato come nuovo “fiore all’occhiello” da piazzare sullo smoking della presidenza Crocetta. Gli altri esterni all’Ufficio Legale e Legislativo dove è stato confermato Romeo Palma, mentre Marco Lupo, già all’Acqua e rifiuti va ad interim all’Energia. Gli unici direttori esterni della Regione, esclusa l’assoluta novita’ Tano Grasso, insomma, furono scelti e voluti da Raffaele Lombardo. E già qualcuno si chiede, nomi alla mano, dove stia la discontinuità col passato.

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05 Febbraio 2013, 21:13

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