Il giorno di Paolo, Agnese: | “Carissimi giovani…”

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19 Luglio 2012, 13:20

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16.07. “Carissimi giovani mi rivolgo a voi come ai soli in grado di raccogliere davvero il messaggio che mio marito ha lasciato”. Inizia così l’appello che Agnese Borsellino, vedova di Paolo, consegna ai microfoni della Tgr Rai Sicilia nel 20esimo anniversario della strage di via d’Amelio. “Dopo alcuni momenti di sconforto – dice Agnese Borsellino – ho continuato e continuerò a credere e rispettare le istituzioni di questo Paese come mio marito sino all’ultimo ci ha insegnato. Non indietreggiando nemmeno un passo di fronte anche al solo sospetto di essere stato tradito da chi invece avrebbe dovuto fare quadrato intorno a lui”. “Io non perdo la speranza in una società più giusta ed onesta – conclude Agnese Borsellino – Sono, anzi, convinta che sarete capaci di rinnovare l’attuale classe dirigente e costruire una nuova Italia”.

15.46.  “Con gli esempi di Falcone e Borsellino, è impossibile non continuare a cercare la verità, prima sulle loro morti e poi sui tanti misteri”. Lo ha detto il procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso a Radiomontecarlo. “Quindi – ha aggiunto Grasso – trasferiamo la nostra memoria in maniera più veritiera e corretta possibile ai giovani, oggi ventenni, che nascevano in quei giorni. Abbiamo una grossa responsabilità nei loro confronti: dobbiamo continuare a ricordare”.

14.45 Miccichè: “Diffidare dei professionisti dell’antimafia”
“La memoria di Paolo Borsellino è patrimonio di tutti. Di ogni siciliano onesto che combatte, non solo a parole ma soprattutto con i piccoli gesti quotidiani che non finiscono sotto i riflettori, il cancro mafioso”. Questo l’appello ai giovani siciliani che il leader di Grande Sud Gianfranco Micciché lancia dalle colonne del suo blog ‘Sud’. “Ai giovani, che hanno più di ogni altro il diritto a conoscere e commemorare la figura di uno dei più grandi uomini siciliani – aggiunge – suggerisco di diffidare da tutti coloro che pretendono, in virtù di non si sa bene cosa, di vantare diritti esclusivi sulla memoria di quegli eroi civili che hanno pagato con la vita il loro coraggio”. “Siate liberi. Non fatevi ammaliare dalle illusioni messianiche dei nuovi ‘professionisti dell’antimafià, di sciasciana memoria. Pensate con la vostra testa, non siate come le foglie in autunno in balia dei venti”, conclude Micciché.

14.30 Fini: “Sulla politica non bisogna generalizzare”
“Il dottor Ingroia sa che non si deve generalizzare: così come è profondamente sbagliato parlare in termini polemici della magistratura, è altrettanto superficiale dire in termini generici ‘la politica’ “. Così il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano un commento sulle dichiarazioni del procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia in merito ad un mancato sostegno all’azione della magistratura che indaga sulla trattativa Stato-mafia e sulle stragi mafiose da parte della politica. “Nell’uno come nell’altro campo – ha aggiunto Fini – la necessità è di giudicare in base ai comportamenti e non in base a giudizi prevenuti. Ma questo Ingroia lo sa benissimo”.

13.45 Orlando incontra De Magistris: “Città unite per la verità”
Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando ed il sindaco di Napoli Luigi De Magistris si sono incontrati, questa mattina, a Palazzo delle Aquile a Palermo. “A venti anni dalle stragi mafiose – hanno detto – le nostre città, segnate da un comune passato di violenza criminale organizzata ma anche di ribellione e riscatto civile, sono ancora una volta unite nel chiedere che sia fatta piena luce sulle responsabilità, sulle connivenze e il contesto in cui si realizzarono i tragici avvenimenti del 1992. Senza se e senza ma, tutte le Istituzioni devono, oggi più che mai, affermare la supremazia del diritto alla verità, devono rilanciare e riaffermare i principi di legalità ed equità.” “Palermo e Napoli sono lo specchio delle nuove amministrazioni – affermano Orlando e De Magistris – delle loro difficoltà e delle loro potenzialità: due nuove amministrazioni che devono affrontare la gravissima situazione finanziaria e sociale ereditata e che sono impegnate ad evitare una devastante saldatura tra disagio sociale e crimine organizzato, con conseguenze imprevedibili sull’ordine pubblico e sulla stessa tenuta civile e democratica delle nostre comunità”.

13.35 Ayala: “In via D’Amelio consegnai la borsa a un carabiniere”
“Io ho consegnato la borsa di Paolo Borsellino (che presumibilmente conteneva l’agenda rossa, ndr) nella mani di un carabiniere, non ricordo se in divisa o in borghese, non avrei potuto pensare a mani più sicure. A questo gesto assistette anche il giornalista Felice Cavallaro. Anni dopo un filmato arrivato alla Procura di Caltanissetta, ritrae un ufficiale dei carabinieri in borghese che si allontana con la borsa chiusa di Borsellino in mano verso ignota destinazione”. Così l’ex pm del maxiproccesso Giuseppe Ayala chiarisce i fatti in merito alla sparizione della famosa agenda rossa di Paolo Borsellino, nel corso della puntata di In Onda, il programma di approfondimento de La7 condotto da Natascha Lusenti e Filippo Facci. “Quelle mani che sembravano a me sicure – spiega Giuseppe Ayala – si sono rivelate tutt’altro che sicure perché l’agenda non è stata mai trovata. Io quel gesto lo rifarei domani. Devo dire la verità – conclude – ero parlamentare da pochi mesi e istintivamente ho preso la borsa perché avevo ancora la deformazione professionale del Sostituto Procuratore. Quando mi sono reso conto che non avevo nessun titolo per avere quella borsa in mano, ho visto un ufficiale e gliel’ho consegnata”.

13.30 Fini: “Le istituzioni sono solidali con i magistrati”
“Il modo migliore, 20 anni dopo, per ricordare Borsellino e la sua scorta è garantire ai magistrati palermitani che tutte le istituzioni sono e saranno solidali con la loro azione tesa ad accertare la verità: è questo il senso più profondo del messaggio del capo dello Stato”. Lo ha detto il presidente della Camera, Fini.
“Credo – ha aggiunto Fini, che è a Palermo per le commemorazioni della strage di via D’Amelio – che il messaggio di Napolitano abbia una volta per tutte spazzato via le strumentalizzazioni e anche le volgari polemiche che sono state fatte nei suoi confronti”. Il presidente della Camera ha voluto ribadire che anche la sua presenza a Palermo nel giorno dell’anniversario dell’uccisione del giudice Borsellino è un modo per garantire alla magistratura la solidarietà delle istituzioni.

12.50 Don Ciotti: “Non si strumentalizzi la sete di giustizia”
“Ho visto il presidente della Repubblica partecipare alle assemblee di Libera e spendersi in prima persona per i diritti dei familiari delle vittime di mafia. Allo stesso tempo stimiamo e sosteniamo i magistrati e quelle forze di polizia che scavano in profondità per cercare la verità sulle stragi. Le semplificazioni rischiose fanno gola a qualcuno che gode a mettere l’uno contro l’altro; che nessuno strumentalizzi la sete di giustizia e verità che i familiari aspettano da troppo tempo”. Lo ha detto don Luigi Ciotti, presidente di Libera, intervenuto in via D’Amelio per le commemorazioni del ventennale della strage in cui furono uccisi il giudice Paolo Borsellino e gli agenti di scorta. “Ho provato tanto dolore nel leggere su alcuni muri di Palermo la scritta ‘Caselli boia’ – ha poi aggiunto don Ciotti – scritte oltraggiose contro un uomo che per sette anni si èspeso contro il terrorismo e cosa nostra. Queste etichette che cancellano la memoria sono un regalo alle mafie”. “La verità passeggia per le vie di Palermo, ma la vera lotta alla mafia la si fa in Parlamento – ha osservato – Occorre meno prudenza e più coraggio. Bisogna essere determinati nella ricerca della verità, meno tiepidi; anche la legalità è diventata una bandiera nel nome della quale abbiamo visto tutto e il contrario di tutto”.

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12.15 Il messaggio del presidente Napolitano
La “falsa e distorta verità giudiziaria” che Agnese Borsellino denuncia sia stata costruita per via giudiziaria sulla morte del marito è stata una “contraffazione della verità” che ha portato “un secondo terribile dolore” e una “umiliazione” per chi rappresenta lo Stato democratico. Lo ha detto Giorgio Napolitano.
In un messaggio inviato in occasione del 20/mo anniversario del tragico attentato in cui persero la vita Paolo Borsellino e gli agenti addetti alla sua tutela, Napolitano ha dedicato più di un passaggio alla moglie del giudice ricordando anche la “lettera commovente” che la signora Agnese gli inviò il 23 maggio scorso che si concludeva “con un riferimento a ‘quello Stato in cui mio marito ci ha insegnato a credere malgrado tutto e tutti’, volendo che io sapessi come ella ‘fino all’ultimo giorno della sua vita attenderà con pazienza di conoscere le ragioni per cui suo marito morì e i motivi per i quali nei primi anni dopo la strage è stata costruita una falsa e distorta verità giudiziarià”. “Quale secondo terribile dolore è stata per lei e per i suoi figli, signora Agnese – scrive Napolitano – quella contraffazione della verità! E quale umiliazione è stata per tutti noi che rappresentiamo lo Stato democratico! Si sta lavorando, si deve lavorare senza sosta e senza remore – assicura il capo dello Stato – per la rivelazione e sanzione di errori ed infamie che hanno inquinato la ricostruzione della strage di via D’Amelio. Si deve giungere – prosegue – alla definizione dell’autentica verità su quell’orribile crimine che costò la vita a un grande magistrato protagonista con Giovanni Falcone di svolte decisive per la lotta contro la mafia”.

12.00 Via D’Amelio, Monti invia lettera a familiari delle vittime
Il presidente del Consiglio Mario Monti ha inviato una lettera, attraverso il prefetto di Palermo, ai familiari delle vittime della strage di via D’Amelio. “L’insegnamento di chi ha sacrificato la sua vita – ha scritto il premier nella missiva letta al convegno organizzato per ricordare l’eccidio – non appartiene al passato, ma è ancora vivo”. Monti ha espresso ai familiari delle vittime a nome suo e del Governo “commossa partecipazione” nel giorno del ricordo del “barbaro e crudele episodio”.
Successivamente, palazzo Chigi ha diffuso una nota in cui si legge: “In occasione del 20esimo anniversario della strage di via d’Amelio in cui hanno tragicamente perso la vita il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina, Vincenzo Li Muli e Emanuela Loi, il Presidente del Consiglio Mario Monti ha espresso ai familiari delle vittime i sentimenti di profonda e commossa partecipazione del governo italiano e suoi personali”. “Lo Stato e i cittadini onesti non hanno dimenticato – e non dimenticheranno mai – chi ha sacrificato la vita per affermare legalità e giustizia contro la mafia. Gli ideali di Paolo Borsellino sono oggi più vivi e più diffusi che mai, soprattutto tra i giovani, grazie al suo insegnamento e al suo esempio”, ha affermato Monti.

11.50 Pm Di Matteo: “Le istituzione si impegnino per la ricerca della verità”
“Dobbiamo pretendere che nella ricerca della verità si impegnino, non solo a parole, tutte le istituzioni e la politica”. Lo ha detto il presidente della Giunta distrettuale dell’Anm, Nino Di Matteo, aprendo, al Palazzo di Giustizia di Palermo, le commemorazioni organizzate dai magistrati nel 20/o anniversario dell’uccisione del giudice Borsellino. All’iniziativa partecipano, tra gli altri, il presidente della Camera, Gianfranco Fini e il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro. “Speriamo – ha aggiunto – che cessino le reticenze e lo omertà anche istituzionali che hanno ostacolato la ricerca della verità sul contesto in cui maturò la strage di via D’Amelio e che le condizioni di isolamento in cui si trovò Borsellino non debbano più ripetersi”. Di Matteo ha proseguito: “Noi magistrati abbiamo il dovere di andare avanti senza il timore di imbatterci in verità imbarazzanti anche a rischio di continuare ad avvertire il peso di questo impegno solo sulle nostre spalle”.

11.00 Fini al palazzo di Giustizia
Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, è arrivato al Palazzo di Giustizia di Palermo per partecipare alle commemorazioni organizzate per ricordare la strage in cui vene ucciso il giudice Paolo Borsellino. Ad accoglierlo il presidente della Giunta distrettuale dell’Associazione nazionale magistrati, Nino Di Matteo, e il vicepresidente della Corte d’Appello, Ivan Marino.

10.30 Fini a Palermo fa sosta a Capaci
Il presidente della Camera Gianfranco Fini è giunto a Palermo per partecipare, in forma privata, alle manifestazioni per il ventennale della strage di via D’Amelio in cui furono uccisi il giudice Paolo Borsellino e cinque agenti di scorta. Dopo il suo arrivo all’aeroporto di Punta Raisi, Fini si è fermato per qualche minuto di raccoglimento a Capaci, davanti alla stele che ricorda l’attentato che costò la vita a Giovanni Falcone, alla moglie e a tre agenti di scorta. In mattinata il presidente della Camera parteciperà al convegno in memoria di Paolo Borsellino organizzato dall’Anm al Palazzo di Giustizia. Nel pomeriggio sarà presente alla cerimonia che si svolgerà alle 16.59 in via D’Amelio. Infine presenzierà all’orazione civile in ricordo del magistrato che si terrà alle 18.30 alla biblioteca comunale.

10.00 Si fermano Camera e Senato
Nell’Aula del Senato si ricorda la “vile strage” di via d’Amelio nella quale 20 anni fa persero la vita Paolo Borsellino e gli uomini della sua scorta. Il presidente dei Palazzo Madama Renato Schifani parla di quello che “è stato il più giovane magistrato d’Italia” che si è dedicato con impegno e rigore alla lotta contro la mafia. “Desidero esprimere nostra vicinanza alle famiglie delle vittime”, aggiunge. “Seguire il loro esempio – conclude – sarà il modo migliore per ricordare la loro memoria”.
Anche l’Aula della Camera ha ricordato il ventennale della strage di Via D’Amelio, in cui sono stati uccisi il giudice Paolo Borsellino e gli uomini della sua scorta. A sollevare il tema è stato Andrea Orlando del Pd.

09.30 Ministro Cancellieri: “Paolo Borsellino non è morto invano”
 Paolo Borsellino e Giovanni Falcone “non sono morti invano: in questi ultimi 20 anni sono state fatte grandi conquiste nella lotta alla mafia, ma non bisogna abbassare la guardia, ma dobbiamo continuare con fermezza ogni giorno”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, intervistata dal programma Radio Anch’io, in occasione del ventesimo anniversario della strage di via D’Amelio. “Mi auguro – ha continuato Cancellieri – che i responsabili della strage vengano presi, il nostro impegno è a non mollare mai, bisogna prenderli a tutti i costi, è una battaglia che non si può perdere, ma – ha sottolineato – va combattuta non solo dai magistrati e dalle forze dell’ordine, ma da tutti i cittadini”. Il ministro non ha conosciuto personalmente Paolo Borsellino, “ma ho parlato con persone che lo conoscevano e con i suoi familiari, era uno straordinario servitore dello Stato, credeva in quello che faceva, viveva per la sua famiglia ed il suo lavoro ed è terribile che non abbia potuto conoscere i suoi tre nipotini, ma sono sicura che da lassù li vede”.

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19 Luglio 2012, 13:20

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