29 Gennaio 2013, 07:00
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CATANIA – Il Giudice per le indagini preliminari, Daniela Monaco Crea, ha convalidato oggi il fermo di Salvatore Musumeci, e ha disposto la misura cautelare in carcere per il 39enne giarrese, accusato dell’omicidio del pastore Salvatore Buda. Il racconto dell’uomo, che aveva detto di essersi difeso dalla minaccia della vittima, non ha quindi convinto il giudice.
Sarebbero numerosi i punti di quella versione che non troverebbero riscontri con le indagini fin qui svolte dai carabinieri della Compagnia di Giarre. Intanto l’arma, il fucile calibro 12, che Musumeci ha detto di aver lanciato dal finestrino dell’auto in corsa, non è stata ritrovata nel corso delle accurate perlustrazioni compiute con l’ausilio del Nucleo Cinofili di Nicolosi. Permangono quindi forti dubbi sulla proprietà dell’arma, non registrata, e attribuita da Musumeci alla vittima. Ma anche la ricostruzione temporale degli avvenimenti presenterebbe vistose lacune.
Pare che gli spostamenti di Musumeci, probabilmente monitorati anche attraverso le celle agganciate dal suo telefonino, sarebbero in contrasto con il racconto fatto agli inquirenti. Quel telefonino, tra l’altro, sarebbe stato smarrito dall’uomo, che dice di averlo portato con sé quando è uscito da casa. Ulteriori elementi potrebbero presto essere acquisiti dagli inquirenti dopo l’esame autoptico sul cadavere, previsto per domani, che fornirà l’ora esatta del decesso. E intanto a Calatabiano si rincorrono voci sui rapporti non idilliaci tra Musumeci e Buda. Pare che in più di un’occasione tra i due fossero volate parole grosse. Il legale di Musumeci, Alfio Finocchiaro, impugnerà l’ordinanza del Gip davanti al Riesame.
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29 Gennaio 2013, 07:00