26 Novembre 2017, 13:14
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CATANIA – Le cartolarizzazioni degli NPL (crediti deteriorati) sono nitroglicerina sociale se non regolate da un apposito progetto di legge volto a salvaguardare l’economia nazionale e quindi l’asset del paese formato da banche ed imprese. Sono le basi da cui partirà il convegno dal titolo “imprese, famigle e Crisi. Il Giubileo bancario per rilanciare l’economia” che si terrà lunedì 27 novembre alle ore 9,30 nella sala Consiglio della Camera di Commercio etnea su iniziativa di Confimprese Catania. Nel corso del convegno interverranno personalità del mondo delle istituzioni, dell’economia, dell’Università e della politica. A partire dal presidente della Camera di Commercio della Sicilia Orientale, Piero Agen; il presidente di Confimprese Catania, Giovanni Mirulla; Guido D’Amico, presidente di ConfimpreseItalia; Sebastiano Mazzù, docente di Economia all’Università degli Studi di Catania; l’onorevole Giuseppe Berretta, Pd; Vincenzo Gibiino, FI; Biagio Riccio, dell’associazione Favor Debitoris, partner di ConfimpreseItalia per gli aspetti giuridici del Giubileo dei debiti; e il sindaco di Catania, Enzo Bianco. A moderare, sarà Rosario Faraci, docente di Economia e gestione delle Imprese all’Università di Catania.
“Per come sono congegnate, infatti, le operazioni di cartolarizzazione – spiega Confimprese – rischiano di spingere nel baratro circa 4.5 milioni di italiani attraverso pratiche ‘spicce’ al limite della legalità’ e azioni di recupero credito con vendita di case e aziende dei cittadini in difficoltà.
Ma l’aspetto più’ inquietante è il probabile rischio di infiltrazione e riciclaggio da parte delle holding malavitose, che possono nascondersi dietro i “Fondi Avvoltoio” e, quindi, dietro le operazioni di cartolarizzazione. Perché è importante ricordarsi, che non sono previsti accertamenti sugli investitori dei fondi esteri. Una grande opportunità per le holding mafiose che, schermate dai fondi, possono reinvestire i proventi del malaffare”.
“Il progetto di legge – prosegue l’analisi di Confimprese – depositato dall’onorevole Paglia, non nega il debito ma ne esige la comprensione e una precisa valutazione in quanto saldo finale della debitoria su cui gravano ‘super’ spese di commissioni e interessi, per questa ragione si chiede la risoluzione del debito al prezzo di mercato che hanno i fondi, un modo intelligente e virtuoso teso a salvare debitori e banche riducendo al minimo le tensioni tra i contendenti che nel 92% dei casi sfociano in una causa civile con una durata minimo di 4/5 anni , che diventa un ulteriore costo per il sistema paese e blocca l’economia dei piccoli imprenditori che rappresentano il 65% del pil. Il valore nominale degli N.P.L. è gravato almeno per il 60 % da costi aggiuntivi fuori da ogni legalità”.
“Altro fattore di rischio – sottolinea l’associazione – estremamente alto è l’usura, crimine che miete vittime tra i soggetti sottoposti al recupero credito che tentano in extremis di onorare il debito”. A quel punto potrebbero subentrare i clan che riciclano”.
La mission associativa di ConfimpreseItalia è assistere le microimprese e le famiglie ad esse collegate “in questo incubo – si legge ancora – che già nell’attualità sta materializzandosi con esecuzioni forzate anche sulla prima casa e sulle microimprese, che unico mezzo di sussistenza per le stesse famiglie. Su ciò è nato l’accordo con l’associazione di giuristi di Favor Debitoris che possiede una specifica conoscenza dei temi bancari e di credito usuraio. Insieme, oggi, procediamo nella divulgazione del Giubileo Bancario ovvero la remissione del debito con procedura se possibile stragiudiziale anche per alleggerire i nostri tribunali presso cui pendono migliaia di cause che spesso durano più di 6/7 anni , affaticando e rallentando il sistema giustizia italiano. Se a ciò si aggiunge che con un semplice provvedimento legge da noi sollecitato rimetterebbe in bonis migliaia di microimprese che altrimenti andrebbero ad aggravare i numeri ormai enormi degli incapienti e dei poveri del nostro paese”. Ecco, chi parla di ripresa della nostra economia non può non partire da ciò se ha a cuore la vita economica del nostro Paese”, conclude infine la nota di Confimprese.
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26 Novembre 2017, 13:14