27 Agosto 2018, 20:42
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Se non altro, adesso si parla. Ed è, per chi osserva, una novità certamente positiva. Indice di due fattori. Il primo: alcuni esponenti del Movimento cinque stelle dimostrano autorevolezza e coraggio sufficienti per assumere posizioni forti, non necessariamente canoniche e potenzialmente scivolose. Il secondo: queste affermazioni, oggi nel Movimento possono essere espresse senza il timore di epurazioni immediate (salvo il caso in cui fossimo smentiti dai fatti).
C’è movimento nel Movimento 5 stelle, insomma. E dalla Sicilia, forse non a caso, non sono mancate voci “contro”, in dissonanza soprattutto con gli strumenti della retorica salviniana. Una retorica politica che manifesta l’abilità assoluta del suo leader, capace di oscurare i grillini giunti all’alleanza di governo col doppio dei voti del partner leghista e oggi sopraffatti dalla vitalità del ministro dell’Interno.
Ma qualcuno inizia a comprenderlo, e in un certo senso, la telefonata di Di Maio a Salvini nelle ore più calde del “caso Diciotti”, raccontata da molti quotidiani nazionali, nel corso della quale il ministro del Lavoro avvisava il “collega”: “Non tengo più i miei” è il segno vero di questa ritrovata vitalità.
Insomma, a volere estremizzare, si potrebbe dire che ci voleva Salvini per dare una scossa a un Movimento che aveva stravinto giocando di fino tra i grossi temi, prendendo posizione ma fino a un certo punto ad esempio su quello dei migranti e dei vaccini, per fare solo due esempi. Ma la prova dei fatti, cioè quella che si celebra con l’assunzione di responsabilità – ossia il fatto di compiere delle scelte – ha in un certo senso “costretto” i grillini a schierarsi, in qualche caso attingendo a storie personali e principi che – in quanto principi, appunto – non possono essere piegabili alle esigenze dettate dalle indagini demoscopiche.
E così, il “caso Forello” è molto più che una questione da circoscrivere nei confini stretti della Sala delle Lapidi, sede del consiglio comunale palermitano, ma è la spia di una esigenza avvertita, evidentemente, in una fetta del Movimento assai più ampia di quella finora emersa. Ma emersa, a poco a poco. Lo dimostrano le prese di posizioni pubbliche dell’ex deputata regionale M5s Claudia La Rocca – attualmente sospesa dal Movimento, ma consulente dei grillini dell’Ars – che ha richiamato al senso di umanità. Quelle del deputato regionale Giampiero Trizzino che non ha esitato a parlare di “metodo sbagliato” riguardo alla vicenda della nave dei migranti. E lo dimostrano le parole di Aldo Penna, che affondano, del resto in una storia ben nota di brillante radicale, che invitava ad assicurare agli uomini e alle donne della Diciotti un visto temporaneo affinché si potessero “redistribuire” in Europa liberamente. E tanti altri, tra le pieghe dei social o delle conversazioni private ammettono un “disagio” nel seguire la linea dettata dal vicepremier leghista.
Ma come detto, nel movimento c’è movimento e maggiore libertà rispetto al passato. O almeno così sembra. Non a caso, poche settimane fa un altro grillino siciliano che ha una storia che va ben al di là della fresca esperienza parlamentare come il medico Giorgio Trizzino ha potuto esprimere con forza – e nel suo caso anche con competenza – il proprio dissenso con Matteo Salvini sul tema dei vaccini: “Coloro che cavalcano l’idea che il vaccino sia un optional e non una necessità per la salute individuale e collettiva e che si possa affidare la sua attuazione a una decisione personale legata al rispetto di una presunta ‘libertà di scelta’, come oggi ha asserito il Ministro dell’Interno, – ha scritto su Facebook due mesi fa – dimostrano di non conoscere né riconoscere quale ruolo rivoluzionario abbia giocato, nella lotta alle malattie infettive, l’introduzione della pratica vaccinale”. Solchi a segnare le distanze con la Lega, ancora però sporadici, vista l’attuale convivenza al governo. Ma nel frattempo, ecco fare capolino l’altro tema, quello della giustizia. Forello è andato giù duro: “Con quelle posizioni sui magistrati, Salvini ricorda Berlusconi”, mentre Di Maio si è limitato a richiedere rispetto per i pm. Ma le distanze emergono ogni giorno, a una a una. E il nuovo movimento interno al Movimento si fonda anche su una ragione legata al futuro del partito. Da Palermo, dove è andato via il consigliere Igor Gelarda, passando per Ragusa dove l’ex vice del sindaco grillino Piccitto, Massimo Iannucci, ha deciso di lasciare il Movimento per aderire alla Lega si iniziano a registrare “travasi” da un partito all’altro. “C’è poca differenza”, la spiegazione del politico ragusano, come racconta oggi Repubblica. Ed è questa la trappola nella quale molti, all’interno del Movimento, temono di cadere: diventare una copia sbiadita di una Lega che ogni giorno che passa guadagna nuovi consensi e oggi, sondaggi alla mano, potrebbe essere diventato il primo partito d’Italia, scalzando proprio i grillini. Qualcuno l’ha capito. E prova a segnare le differenze. Sperando che il movimento non sia tardivo.
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27 Agosto 2018, 20:42