In vendita Italkali e Airgest | Salve dieci partecipate

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02 Dicembre 2015, 21:00

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PALERMO – Dovevano restarne due, al massimo tre. Ne rimarranno in piedi dieci. Se faranno le brave. Le società partecipate della Regione diminuiranno, ma non così tanto. È stato firmato proprio in questi giorni dal presidente della Regione Crocetta il decreto che rappresenta il Piano di riordino delle aziende delle quali la Regione possiede delle quote. Verranno vendute storiche società come Italkali, mentre altre verranno sottoposte a una verifica periodica sui bilanci. Parallelamente procederà l’altro piano di razionalizzazione. Quello che prevede la riduzione degli enti regionali (Esa, Ipab, Consorzi di bonifica). Un cammino che procede però a rilento anche a causa dei numerosi rimpasti. Lo ha ammesso l’assessore all’Economia Baccei, nel corso dell’udienza alla Corte dei conti: “Dover interloquire ogni volta con un nuovo assessore ha un po’ rallentato il processo, ma quantomeno i piani che riguardano Ipab, Iacp, Enti parco ed Ersu sono già a buon punto”, ha detto.

Ma adesso su quelle aziende la Corte dei conti ha chiesto di esercitare un controllo assai più stretto. Sempre in occasione della stessa udienza ha infatti chiesto al governo regionale di farsi carico dell’inserimento di una norma nel “patto” che verrà sottoscritto con lo Stato per i conti e la revisione dello Statuto: la creazione di una sezione di controllo che si occupi esclusivamente delle società partecipate. Anche perché da anni, in molte società, hanno sottolineato oggi i magistrati contabili, sono scomparsi i collegi dei revisori dei conti che erano presieduti appunto da un giudice contabile.

Alla fine, quantomeno, è arrivato il piano di riordino. Anche questo arenatosi per mesi di fronte ai dubbi e ai ripensamenti del governatore. E dopo tanti annunci e slogan strombazzati un po’ dovunque, il risultato non è esattamente “epocale”. Attualmente le società partecipate dalla Regione sono 18. Undici di queste sono state considerate strategiche. Ma una di queste, la Società patrimonio immobiliare, verrà liquidata.

Per altre sette, il governo ha deciso la cessione o la vendita delle quote. Si tratta nella maggior parte dei casi di aziende delle quali la Regione attualmente detiene una quota minoritaria: Mediterranea Holding, Distretto tecnologico Micro e Nano sistemi, Distretto tecnologico Navtec, Distretto tecnologico Agrobio-pesca. In altri due casi, invece, la partecipazione è attualmente maggioritaria. Ma il governo ha deciso di lasciare le quote in Airgest, la società che si occupa della gestione dell’aeroporto Trapani Birgi e Italkali, la storica azienda specializzata nell’estrazione, la lavorazione e l’esportazione del salgemma. Ma il processo di dismissione non sarà immediato. Nel caso di Airgest, di cui attualmente la Regione detiene il 59,68% delle quote, infatti, si opererà attraverso l’individuazione di un Advisor mediante procedura a evidenza pubblica per la determinazione del valore delle azioni, il cda dovrà dare notizia entro 15 giorni di quella valutazione agli altri soci che possono esercitare il diritto di prelazione entro 20 giorni, se nessuno dei soci è interessato all’acquisto verranno vendute le quote con una procedura a evidenza pubblica (in quel caso serviranno quattro mesi per il bando di gare e altri due mesi per l’aggiudicazione). Nel caso di Italkali, invece, di cui la Regione possiede il 51 per cento delle quote, la valutazione del valore delle quote verrà operato da un esperto nominato dall’Autorità giudiziaria. L’avvio del procedimento di dismissione avverrà 90 giorni dopo la determinazione del valore delle quote stesse.

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Verrà sciolta invece la Società patrimonio immobiliare, che negli anni scorsi era stata al centro di scandali legati a censimenti dai costi esorbitanti e a una valutazione dei beni della Regione su cui si sono addensati molti dubbi sulla “convenienza” per le casse pubbliche. Di Spi la Regione al momento possiede tre quarti delle quote.

Tutto qui. Le altre società al momento rimangono in piedi. Nonostante gli annunci a più riprese del presidente della Regione che, ad esempio, appena insediato aveva assicurato che di partecipate, carrozzoni mangiasoldi e spesso utili alle clientele, ne sarebbero rimaste al massimo due o tre. E invece saranno dieci. Verranno “salvate” infatti Ast, Sas, Sicilia e-servizi, Sviluppo Italia Sicilia, Mercato agroalimentare siciliano, Parco scientifico e tecnologico, Seus, Riscossione Sicilia, Irfis e Siciliacque.

Su queste società verrà operato però un monitoraggio sui costi. In particolare dovranno essere ridotte entro il 2015 (cioè tra pochi giorni) le spese per il funzionamento di Sviluppo Italia Sicilia, Maas, Parco Sicentifico e tecnologico, mentre si prevede anche la revisione del costo dei servizi resi all’amministrazione regionale da Sas, Sicilia e-servizi, Seus e Ast (ma in questo caso le società avranno 180 giorni di tempo). Irfis invece, che non sarà più una società in house dovrà ridurre i costi di gestione e lo stesso dovrà fare Riscossione sicilia, ma solo “per incrementare i ricavi”. Tra le razionalizzazioni, il Piano prevede anche la “riduzione delle dotazioni organiche”. Verranno liquidate le società con un risultato negativo in bilancio per quattro esercizi su cinque a partire dal 2012. Quanto risparmierà la Regione con questi interventi? Nessuno lo sa. Nemmeno lo stesso governo: “Non vi sono gli elementi necessari – si legge nel documento – per quantificare il risparmio che l’amministrazione potrebbe conseguire”.

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02 Dicembre 2015, 21:00

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