19 Aprile 2012, 11:53
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Si chiama Corecom ed è una costola dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, un organismo a cavallo tra il parlamento siciliano e la Regione che fa del rispetto della par condicio la sua mission. Una mission abbastanza cara per le tasche dei siciliani ai quali il Corecom, negli ultimi dieci anni, è costato 8 milioni di euro. A capo dell’organismo di garanzia regionale c’è Ciro Di Vuolo, napoletano di nascita ma siciliano d’adozione visti i suoi 35 anni trascorsi al lavoro nell’Isola. Nella sede di via Magliocco, nel salotto buono di Palermo, lavorano 14 dipendenti della segreteria generale della Regione che, stipendi alla mano, gravano sulle casse pubbliche per 500 mila euro lordi all’anno. Tutto qui? No, perchè ai costi del personale vanno aggiunti anche i gettoni per il presidente e i sette componenti del Comitato che, in perfetta coerenza con la mission della par condicio perseguita dal Corecom, sono scelti dai partiti in modo da non scontentare nessuno. Fra i dirigenti, infatti, ci sono addetti stampa ed ex addetti stampa di deputati. Ma il presidente Ciro Di Vuolo, nell’intervista che potete ascoltare in questa pagina è stupito: “Non mi risulta, sarebbe un’incompatibilità”. Di diverso avviso i diretti interessati: “Non c’è nessuna incompatibilità”.
Al Corecom, che attende nei prossimi mesi ulteriori rinforzi in organico, il nuovo numero di S, in edicola da questo fine settimana, dedica un ampio reportage con le cifre dei costi del Corecom, i nomi e i legami politici dei componenti del Comitato e l’intervista al presidente Di Vuolo che timbra come “un’anomalia tutta siciliana il contemporaneo rapporto del Corecom con l’Ars e con il governo”.
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19 Aprile 2012, 11:53