Il j’accuse di Stancanelli: “Catania sta morendo |Con Bianco indietro di venticinque anni”

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26 Ottobre 2013, 06:00

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CATANIA. Il ritorno di Raffaele Stancanelli. In silenzio, o quasi, dalla sconfitta alle ultime e recenti amministrative, l’ex sindaco del capoluogo etneo torna alla carica. A Livesiciliacatania parla di quello che resta del centrodestra catanese ma anche dell’azione amministrativa del nemico (politico) numero uno Enzo Bianco che lo ha battuto su un terreno che lui, Stancanelli, sentiva suo: quello del rapporto con Catania ed i catanesi. Ma le cose sono andate decisamente in ben altro modo.

Avvocato Stancanelli, partiamo dal Pdl ed il centrodestra: a Catania sembrate essere messi maluccio…

“Credo che il centrodestra catanese così come quello siciliano abbia, invece, appreso una lezione: quella che divisi si perde”.

Fatto sta che nemmeno adesso si ha la sensazione che siate così uniti…

“Ma, infatti, io sostengo che occorre ritrovare le ragioni per stare insieme. Lo dicono i fatti: divisi si perde ed, allora, dobbiamo ricondurre alla ragione chi può contribuire a fare tornare l’unità di intenti”.

Chi, ad esempio?

“Inutile fare nomi: io dico che a Catania c’è una capacità di dialogo che prima non c’era”.

Intanto, però, domenica scorsa ha riunito i suoi fedelissimi…

“Domenica con molti miei amici abbiamo dato vita ad un incontro nel quale abbiamo individuato un percorso che è quello di rimanere compatti nel Pdl e di lavorare al massimo per fare da collante”.

E Lei che ruolo vuole ritagliarsi?

“Guardi: a me non importa alcun ruolo. Io vengo dalla destra e dalla politica ho ricevuto tanto per cui vorrei soltanto che venissero ascoltate le proposte ed il bagaglio di valori che io ed il mio gruppo di amici siamo in grado portare al centrodestra”.

Senta, intanto, vero o no qualcuno ha fatto girare il suo nome come possibile candidato alle prossime Europee…

“Lo escludo categoricamente”.

Nemmeno se glielo chiedessero?

“Le scadenze elettorali non mi interessano. Cinque anni fa mi chiesero di candidarmi a sindaco di Catania anche se era una opzione lontanissima da me: accettai e feci il mio dovere. Personalmente, non ho alcun interesse per le Europee”.

Senta, invece, ha seguito Maurizio Gasparri ed ha tradito l’amico di sempre, Ignazio La Russa.

“Non è così”.

Ci dica com’è, allora.

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“Lo faccio subito, anche perchè questa è una buona occasione per chiarire. Io sono amico di Gasparri da oltre vent’anni così come lo sono di La Russa. Gasparri, a livello nazionale, sta effettuando un lavoro di unità all’interno del Pdl. E questa è la mia stessa linea: tutta questa storia di falchi e colombe non serve assolutamente a niente”.

Con La Russa, invece?

“Ho guardato con simpatia alle posizioni di Ignazio La Russa ma non possiamo fare le liste solo con una percezione individuale ed individualistica della cosa: costruire una Destra che sia solo un piccolo contenitore non porta a niente. Faccio, invece, un plauso a Nello Musumeci che sta provando ad unire tutti”.

Senta, veniamo a Catania: porta con sè almeno un pizzico di soddisfazione nel sapere che il Comune di Catania ha, di fatto, seguito la linea che era stata approntata dal suo Piano di rientro?

“Io direi che il mio Piano di rientro è stato adotto in toto. Ho letto dichiarazioni all’indomani del voto in consiglio in cui si diceva: “E’ una giornata storica per Catania”. La prendo come un modo col quale si è voluto ringraziare l’ex sindaco Stancanelli per quello che ha fatto”.

Ammesso che sia tutto così come lo racconta Lei: non mi dica che si aspettava davvero che qualcuno La ringraziasse.

“Io ho trovato 1 miliardo e 200 milioni di euro di debiti: oggi la città di Catania riceverà 71 milioni di euro a tasso zero per il lavoro che è stato fatto; ho ridotto i debiti del 50% e non contratto mutui. Credo che i fatti parlino ampiamente”.

Fatto sta che Catania ha fatto la sua scelta ed ha scelto Bianco.

“Lo dissi già a caldo: ero deluso perchè non sono stato bravo a trasmettere ciò che ho fatto per i catanesi. Ma non ho perso solo per questo”.

E perchè ha perso, allora?

“Ci sono state anche logiche politiche con le quali io non sono voluto scendere a compromessi. Così come ho pagato a caro prezzo la mia lealtà con alcune categorie”.

Facciamo i nomi.

“Agli autisti dell’Amt dissi che per legge non avrei potuto assumerli: altri hanno detto il contrario in campagna elettorale. Il risultato è stato, ovviamente, che nessuno è stato assunto. Poi, ci sono i Vigili urbani per i quali si chiedeva una promozione per alcuni settori ed anche qui: non poteva essere fatto perchè la legge – e non Stancanelli – non lo consente. Chi oggi amministra ha, invece, fatto intendere il contrario. Ed ancora: la Multiservizi. Ad alcuni era stato fatto credere addirittura che sarebbero stati assunti al Comune. Per non parlare dei lavoratori Puc del municipio: non potevano essere aumentate le ore da 24 a 35, così come chiedevano e così come infatti non è accaduto”.

Vabbè ma potesse tornare indietro, allora, rifarebbe proprio tutto?

“La verità è che io non ha mai tutelato i miei interessi personali. Ma si immagina se fossi stato io ad abbattere il Ponte Gioeni? Come minimo sarei stato crocifisso in pubblica piazza. Il Ponte Gioeni non si poteva e non si doveva abbattere. Eppure, la città accetta in silenzio. Eppure, quando decisi di chiudere il centro storico alle auto, c’erano i commercianti assieme all’attuale sindaco Enzo Bianco che vennero a protestare sotto Palazzo degli Elefanti. O che dire del Brt? Lo hanno sbeffeggiato tutti: oggi è l’unica cosa che funziona”.

Perchè si sta creando questa situazione a suo avviso?

“Perchè Catania, secondo me, si sta normalizzando nel senso che ho l’impressione che si stia provando a tornare a venti/venticinque anni fa: lo dico in riferimento alle persone ed ai modi. Cose che io avevo allontanato da Palazzo degli Elefanti. Io, a dispetto di quante me ne dicevano, ho la netta impressione che la città stia morendo”.

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26 Ottobre 2013, 06:00

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