19 Dicembre 2015, 15:38
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PATERNO’ – Una città senza ospedale è una città in cui a venire negato è uno fra i diritti più esigibili: quello alla salute. Un fatto grave, gravissimo, di cui serve prendere piena coscienza, fino in fondo. Ecco perché quest’oggi il comitato “Per l’ospedale di Paternò” ha organizzato una grande mobilitazione proprio davanti la struttura, per non restare in silenzio di fronte alla cancellazione dell’intero presidio. Un grande evento in cui non si è dato spazio alle polemiche o alle invettive, ma si è svolto – nonostante tutto – con il sorriso in un clima di ferma lotta inframmezzato dai concerti, dalla danza e dai tanti messaggi letti dai cittadini e dai bambini. “La salute non si tocca – leggono i bambini – . Paternò è una città che non si piange addosso, ma che reagisce”.
Alla manifestazione hanno aderito tantissime associazioni, tanti ragazzi e bambini delle scuole. Un folto corteo è partito in mattinata dall’ospedale, dopo aver fatto un giro per le vie della città è giunto nuovamente di fronte il presidio in via Livorno. “L’iniziativa di oggi servirà? Cambierà qualcosa? Molto probabilmente no. Ma se non altro gioverà a ribadire che i paternesi sono consapevoli di quello che si sta compiendo sulla loro pelle. La città è unita” – è stato il commento del giornalista Anthony Distefano. “Il rischio di chiusura dell’ospedale di Paternò è un fatto che denunciamo da sempre. Non smettete di lottare per i vostri diritti” – ha detto invece la giornalista, Mari Sottile, rivolgendosi ai tanti bambini presenti alla manifestazione.
Il futuro dell’ospedale “Santissimo Salvatore” di Paternò – come si sa già da tempo – è a rischio. Un lento smantellamento che continua a compiersi di fronte all’ipocrisia di chi tende solo a mistificare l’amara verità o a voltarsi dall’altra parte. Intanto, le disposizioni contenute nel piano di regionale della Sanità incombono in maniera inesorabile. Il punto nascite non esiste già più: nessun nascituro a Paternò. Stessa sorte è toccata al reparto di Pediatria. E quanto avvenuto fin ora, in realtà, sarebbe solo l’inizio della fine. E’ ormai un conto alla rovescia. Il cosiddetto ridimensionamento, che a settembre ha già previsto il trasferimento di attrezzature e personale medico e paramedico al reparto di pediatria dell’ospedale «Maria Santissima dell’Addolorata» di Biancavilla, riguarderà molto probabilmente anche gli altri reparti. Il futuro accorpamento con il presidio biancavillese costerà caro: la città rischia di perdere anche il reparto di Chirurgia, da sempre fiore all’occhiello del presidio. In poche parole, tutti i cittadini, si vedranno costretti ad andare altrove anche solo per sottoporsi ad una semplice operazione di rimozione delle tonsille. In balia di un destino altrettanto incerto rimarrebbe poi il pronto soccorso. Anche questo, se nulla dovesse cambiare – cosa non inverosimile – molto probabilmente non rimarrà del tutto operativo.
“Dov’è la politica? – tuona una signora – la cancellazione di questo ospedale sta avvenendo nell’indifferenza delle istituzioni che si mostrano ancora una volta disinteressate a un problema che invece riguarda tutti noi. Non è stato fatto nulla per impedire la chiusura dell’ospedale. Come si può permettere una cosa simile? Qual è il criterio?”. La manifestazione di oggi , come fa notare più di uno, sebbene sia stata partecipata, avrebbe certamente meritato un’adesione più significativa da parte dei cittadini. Ma la sfiducia e la rassegnazione, sembrano prevalere.
L’intervento del senatore Salvo Torrisi. “Aderisco pienamente alla manifestazione di quest’oggi a difesa dell’Ospedale “SS. Salvatore”, e sono accanto (anche fisicamente) al Comitato per l’Ospedale di Paternò – che ha organizzato l’incontro – e ai cittadini. Chiaramente l’iniziativa ha la sua valenza, e si aggiunge alle altre che si sono svolte precedentemente, anche se ritengo di maggiore efficacia modalità di lotta sinergiche, che puntino all’analisi del problema e che coinvolgano tutte le parti interessate: Il Comitato per l’ospedale, l’amministrazione del “SS. Salvatore”, la politica e le altre istituzioni regionali e nazionali. Va altresì detto che da parte mia l’impegno continua e continuerà a tutti i livelli, poiché considero ancora aperto questo lungo capitolo della storia dell’ospedale. Intanto, allo stesso tempo, dobbiamo più concretamente mirare alla nuova programmazione sanitaria regionale del 2018, quando con nuovi dati in mano potremo fare valere con maggiore determinazione e concretezza le nostre ragioni. Poiché se sull’importanza della struttura ospedaliera di Paternò, per la città stessa e per il suo territorio, troppe orecchie sono rimaste sorde, mettendo da parte la logica e il buon senso, saranno i numeri della matematica che potranno eliminare qualsiasi sorta di ostacolo e darci definitivamente ragione” – ha concluso Torrisi.
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19 Dicembre 2015, 15:38