21 Maggio 2016, 12:08
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PALERMO – L’ultima volta nel capoluogo siciliano finì male. Una retrocessione, i saluti e l’addio alla carriera da allenatore per passare davanti ad una scrivania. Ventiquattro anni dopo, Gianni Di Marzio doveva togliersi una soddisfazione a Palermo, quella che non è riuscito a togliersi in panchina. C’è riuscito ricoprendo il ruolo di consigliere del patron Zamparini, riscrivendo un finale che sembrava già segnato. È stato lui il valore aggiunto di una squadra risalita verso la salvezza e, come ammesso a Trm, la sensazione è quella di aver ripagato una lunga attesa: “Sono un tipo molto romantico – afferma il dirigente napoletano – mi affeziono alle città come Palermo. Qui avevo un debito e dopo tanti anni l’ho saldato”. Un merito che tutti, a Palermo e non, gli riconoscono.
Tra un lieto fine e la voglia di invertire il trend della sua ultima avventura palermitana, passa una decisione. Quella sul suo futuro. A Palermo o lontano da qui, con Zamparini o senza. Tutte questioni che verranno risolte nei prossimi giorni dai diretti interessati, anche perché c’è una squadra da costruire in vista della prossima stagione. Il patron vorrebbe Di Marzio al suo fianco per valutare i nuovi acquisti, ma dall’altro lato della cornetta c’è l’intenzione di analizzare nel minimo dettaglio le condizioni poste dalla società: “Ho la mia età – prosegue Di Marzio – ma quando capirò che avrò perso colpi andrò sulla spiaggia di Mondello a prendere il sole”. L’intenzione di continuare c’è, bisognerà capire se gli impegni richiesti da Zamparini saranno conciliabili con quelli già presi altrove.
Prima del mercato in entrata, dove il Palermo ha registrato solamente l’ingresso di Nestorovski (“non l’ho visto”, ammette Di Marzio), bisognerà muoversi in uscita. C’è un Franco Vazquez con le valigie in mano e con una destinazione ancora da conoscere. Per il Mudo, Di Marzio ha solo parole d’elogio: “Ha parlato con me, è un ragazzo eccezionale e intelligente”. Parole al miele anche per Alberto Gilardino, “un campione del mondo, dentro e fuori dal campo”, oltre che per Ballardini: “Il vero protagonista,ha capito che feeling dovevamo avere. Non dobbiamo perdere il patrimonio conquistato”. Un patrimonio che, soprattutto per Zamparini, è quantificabile in talenti da lanciare. Su tutti, un suo pupillo, ovvero Nobert Balogh: “Un buon giocatore – conclude Di Marzio – lo preferisco a Djurdjevic”. Un’idea condivisa in società, tant’è che il serbo è ormai prossimo ai saluti. Senza rimpianti.
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21 Maggio 2016, 12:08